“Ci consegni subito il suo smartphone”: PIENI POTERI ai VIGILI I Da oggi ti guardano la chat, si fanno i fatti tuoi

“Ci consegni subito il suo smartphone”: PIENI POTERI ai VIGILI I Da oggi ti guardano la chat, si fanno i fatti tuoi

Nuovo CdS e posti di blocco (Depositphotos)-solomotori.it

Nuovo CdS e posti di blocco
Ci consegni lo smartphone (Depositphotos)-solomotori.it

Ora i posti di blocco e controlli a sorpresa non lo saranno più, anche se la Polizia chiede di vedere le chat di WhatsApp.

Trovarti a un posto di blocco non è certo un’esperienza bella da vivere, anche se non hai nulla da nascondere, l’idea di dover esibire i documenti, rispondere alle domande degli agenti riesce sempre a mettere un po’ d’ansia. Alla fine, l’importante è mantenere la calma e collaborare, quello che possiamo pensare è che se è tutto in regola, non dovresti avere problemi.

Negli ultimi tempi si sta vedendo una novità che sta facendo discutere molti dato che è una pratica che esiste da un po’ ma sta attirando occhi indiscreti. Si tratta dei gruppi WhatsApp molto particolari.

Un altro punto su cui molti si interrogano è la privacy. Lo smartphone rappresenta in tutto e per tutto un contenitore di dati personali, messaggi, foto, magari anche documenti di lavoro.

L’idea è che possa essere chiesto da parte dell’agente, di chiedere di controllare le chat private, una cosa che fa storcere il naso a molti. Si tratta di un diritto delle Forze dell’Ordine o di una vera e propria violazione della riservatezza personale. La questione è spinosa e, come spesso accade in questi casi, la risposta non è come ce la si aspetta.

Pieni poteri

Eppure, qualche episodio recente ha fatto emergere interrogativi concreti. In certe situazioni, gli agenti avrebbero chiesto di visionare i messaggi su WhatsApp di alcuni automobilisti in barba alla privacy. Proprio questo è il tema che preoccupa di più. In molti vedono il controllo delle chat private come un’invasione bella e buona. Ma c’è un aspetto da chiarire: le Forze dell’Ordine hanno il diritto di accedere ai messaggi degli automobilisti, se ritengono che questi possano ostacolare il loro operato o favorire violazioni al Codice della Strada.

Partecipare a un gruppo simile non è di per sé punibile, ma se si condividono informazioni particolari e private, le cose cambiano. In quel caso, gli agenti potrebbero effettivamente chiedere di controllare il telefono al fine di rilevare prove della violazione, rischiando multa salata. Quindi, meglio pensarci due volte prima di scrivere certi messaggi in rete.

Social telefono - Depositphtos - solomotoril.it
Social telefono – Depositphtos – solomotoril.it

Chiedono la chat

Entrare in un gruppo WhatsApp che segnala la presenza di posti di blocco è un comportamento che potrebbe sembrare innocuo e migliorativo per la vita. Tuttavia, secondo alcuni esperti di diritto, questa pratica potrebbe essere considerata un’infrazione piuttosto seria, tanto da configurare il reato di interruzione di pubblico servizio.

Ricordiamo che la normativa italiana è chiara su un punto preciso: se la segnalazione riguarda autovelox, tutor o telelaser, allora si rischia davvero. L’articolo 45, comma 9-bis, del Codice della Strada stabilisce che si può essere multati con una sanzione amministrativa che va da 825 a 3.305 euro.