Stop, scendi dall’auto: arriva la RACCOMANDATA dell’orrore I Se la ricevi di pignorano pure la macchina, e te le fai a piedi
Il primo mese del 2025 ha visto i nuovi primi pignoramenti annunciati mediante raccomandata: come funziona l’iter e cosa aspettarsi.
In questi giorni, molti italiani stanno ricevendo una raccomandata che pare maggiormente essere un fulmine a ciel sereno: l’avviso di un pignoramento immediato a causa di alcune procedure non pagate, come il bollo auto. Una procedura inaspettata, che preoccupa chiunque si trovi a fare i conti con difficoltà economiche o debiti pregressi mai estinti.
Tra le grandi novità del 2025, ve ne sono alcune che riguardano il pignoramento, che sarà più immediato e diretto rispetto al passato. Da quest’anno, infatti, il fisco potrà procedere al pignoramento senza bisogno di inviare la classica cartella esattoriale, ma basterà usare direttamente un accertamento esecutivo.
Si tratta di un atto giudiziario che permette ai creditori di recuperare i propri crediti, andando a colpire lo stipendio, il conto corrente o persino i beni immobili. Ma ora come funziona questa procedura? E soprattutto, quali sono i limiti per evitare che un debito comprometta completamente la stabilità finanziaria di una persona?
Per capire la questione è necessario spiegare la procedura nel modo più semplice possibile. Il pignoramento dello stipendio viene regolato dall’articolo 543 del Codice Civile. Il tutto scatta con una notifica, quando il creditore incarica un ufficiale giudiziario di notificare al debitore, al datore di lavoro o alla banca l’atto di pignoramento.
Cosa accade all’arrivo della raccomandata
In quel momento, lo stato e la ragione che attendono il pagamento del bollo o delle tesse realtive alle auto devono comunicare entro 10 giorni l’importo percepito dal debitore, un dato fondamentale per calcolare la quota trattenibile.
La trattenuta può avvenire o direttamente alla fonte cioè con lo stipendio mensile, o sulle somme già accreditate in conto corrente. Il procedimento può complicarsi ulteriormente se il debitore perde il lavoro o cambia datore di lavoro.
Ti pignorano tutto
A richiedere il pagamento è l’Agenzia delle Entrate, gli unici che possono avviare un pignoramento dello stipendio. Le regole, però, variano. Nel caso di privati, il limite massimo trattenibile è sempre di 1/5 dello stipendio netto. Con l’Agenzia delle Entrate, invece, i limiti cambiano in base al reddito: per stipendi inferiori a 2.500 euro si può trattenere solo 1/10; tra 2.500 e 5.000 euro il limite sale a 1/7.
Se i debiti sono di diversa natura, come quelli privati e fiscali, la trattenuta può superare i limiti del 20%, ma solo dopo un calcolo approfondito per garantire la sussistenza del debitore, in questo caso i bolli auto e le tasse non pagate sulle vetture sono però nettamente superiori.