Bollo auto e accise ADDIO: Automobilisti felici, ma lo Stato così rischia di perdere miliardi di introiti
L’addio al bollo auto e alle accise rappresenta un punto di non ritorno. È fondamentale che questa transizione avvenga in modo ordinato e sostenibile
La graduale scomparsa del bollo auto e delle accise, tradizionali pilastri del sistema fiscale italiano legato alla mobilità, rappresenta una vera e propria rivoluzione silenziosa che sta ridefinendo il rapporto tra cittadini, Stato e ambiente.
L’eliminazione graduale di questi tributi presenta vantaggi e sfide per i cittadini. L’abolizione del bollo auto e delle accise si traduce in particolare in un risparmio significativo per gli automobilisti, soprattutto per coloro i quali percorrono molti chilometri.
Per lo Stato tutto ciò si traduce in una perdita di entrate. Il bollo auto e le accise rappresentano una fetta importante delle entrate fiscali. La loro progressiva erosione potrebbe mettere a rischio il finanziamento di servizi pubblici essenziali. Si manifesta la necessità di nuove fonti di finanziamento che compensi le perdite di entrate.
Per questo lo Stato, oltre a sostenere l’industria delle batterie e dei componenti per veicoli elettrici deve favorire la creazione di nuovi posti di lavoro. Dovrà inoltre rivedere la spesa pubblica, ridurre la dipendenza dalle importazioni e individuare nuove forme di tassazione.
Un difficile equilibrio
La transizione verso una mobilità elettrica richiede ingenti investimenti in infrastrutture di ricarica e incentivi per l’industria nazionale. Per affrontare le sfide poste dalla transizione verso la mobilità elettrica, è necessario un approccio multidisciplinare che coinvolga governi, industrie, cittadini e ricercatori. Alcune possibili soluzioni includono la tassazione sulla distanza percorsa ovvero l’introduzione di un sistema di tassazione basato sui chilometri percorsi, che potrebbe essere più equo e incentivare l’uso di mezzi pubblici e di trasporto condiviso.
Altre soluzioni prevedono in parallelo l’istituzione di pedaggi per l’accesso alle zone a traffico limitato delle città, per disincentivare l’uso dell’auto privata nei centri urbani. Per comprendere meglio l’impatto di questa rivoluzione, possiamo fare un confronto con altri Paesi europei. I Paesi Bassi ad esempio hanno adottato politiche molto aggressive per incentivare la diffusione dei veicoli elettrici, offrendo sgravi fiscali e agevolazioni per l’acquisto.
Sulla stessa scia c’è la Norvegia uno dei Paesi leader in Europa per la quota di veicoli elettrici immatricolati, grazie a una combinazione di incentivi fiscali, infrastrutture di ricarica diffuse e una forte consapevolezza ambientale. La Germania, invece, pur essendo un grande produttore di auto, sta investendo massicciamente nello sviluppo delle tecnologie per la mobilità elettrica, anche per ridurre la sua dipendenza dalle importazioni di petrolio.