GPL, perché non si può fare il self service? E’ meno ovvio di quel che credi
Nonostante la normativa lo consenta, in Italia il rifornimento di GPL in modalità self-service non è ancora diffuso.
Nonostante il via libera normativo del 2014, il GPL self-service in Italia rimane un’utopia per gli automobilisti. Perché? Le ragioni non sono di natura legislativa, come spesso si crede, bensì tecniche e di sicurezza. Il GPL, essendo un gas altamente infiammabile, richiede maggiore attenzione durante il rifornimento rispetto alla benzina o al diesel.
L’erogazione self-service potrebbe aumentare il rischio di fughe di gas, dispersioni e incidenti, soprattutto in caso di manovre non idonee da parte degli utenti. Per questo motivo, la presenza di un addetto garantisce un controllo costante e un intervento immediato in caso di anomalie.
Eppure, il futuro potrebbe non essere così lontano. Diverse aziende del settore stanno investendo nello sviluppo di tecnologie innovative per il self-service GPL, con l’obiettivo di coniugare la comodità per gli utenti con la massima sicurezza.
Oltre alle sfide tecniche e di sicurezza, il percorso verso il self-service GPL potrebbe dover affrontare anche ostacoli di natura burocratica. L’adeguamento delle normative vigenti e la definizione di protocolli di sicurezza chiari e condivisi saranno necessari per garantire un’implementazione sicura e uniforme del self-service su tutto il territorio nazionale.
GPL Self-service, le soluzioni all’orizzonte
Alcune aziende hanno già presentato prototipi di colonnine self-service GPL dotate di tecnologie innovative. Questi modelli includono telecamere a infrarossi per la visione notturna, sistemi di riconoscimento delle targhe per l’identificazione degli utenti e schermi touch per la selezione del quantitativo di gas da erogare. In alcuni paesi europei, come Francia e Spagna, sono già in corso sperimentazioni di self-service GPL con risultati incoraggianti. I dati raccolti durante queste fasi pilota saranno cruciali per valutare l’efficacia e l’affidabilità delle nuove tecnologie e per definire i protocolli di sicurezza definitivi.
Da testare sono i sistemi di videosorveglianza intelligenti. Le colonnine dotate di telecamere e software di analisi d’immagine potrebbero monitorare il processo di rifornimento in tempo reale, identificando potenziali anomalie e intervenendo tempestivamente in caso di manovre scorrette o fughe di gas.
Allo studio anche i sensori di gas. L’installazione di sensori ad alta sensibilità potrebbe rilevare la presenza di gas.
In definitiva, l’adozione del self-service GPL in Italia rappresenta una sfida importante, ma l’impegno del settore nella ricerca di soluzioni innovative e l’imminente disponibilità di tecnologie avanzate fanno ben sperare per un futuro in cui questa modalità di rifornimento possa diventare una realtà diffusa, offrendo agli automobilisti maggiore flessibilità, autonomia e risparmio.