App auto, il dubbio che preoccupa molti automobilisti
App auto: spia al volante? Raccolgono dati privati e li girano alle assicurazioni, ecco come ti fanno pagare di più
Le app per smartphone dedicate alla guida promettono sconti e servizi, ma dietro la patina di convenienza si nasconde un pericolo per la privacy: la raccolta di dati personali che, spesso, vengono ceduti alle compagnie assicurative. Le app in questione, sfruttando la tecnologia GPS e i sensori dello smartphone, monitorano il comportamento di guida dell’utente, raccogliendo dati come:
chilometri percorsi, velocità media e massima, frenate brusche, stile di guida, orari di utilizzo del veicolo ecc. Queste informazioni, definite come “dati di guida“, vengono poi elaborate e tradotte in un punteggio di guida, che influenza il costo della RCA.
Prima di utilizzare le app di guida è sempre importante essere consapevoli dei rischi connessi all’utilizzo e nel caso prendere le dovute precauzioni. Pe prima cosa è utile leggere attentamente le informative sulla privacy prima di installare e utilizzare un’app; verificare quali dati vengono raccolti e come vengono utilizzati e concedere il consenso alla raccolta dati solo se si ritiene la pratica trasparente e legittima.
Optare per app che offrono maggiori garanzie sulla privacy, come quelle che anonimizzano i dati di guida o che non li cedono a terze parti. Valutare alternative alle app, come l’utilizzo di navigatori satellitari tradizionali o di sistemi di telematica forniti direttamente dalle case automobilistiche.
Quali sono i rischi per la privacy?
La scelta di utilizzare o meno una app per la guida è personale. Tuttavia, è fondamentale essere informati sui potenziali rischi per la privacy e sulle modalità di utilizzo dei dati personali. La cessione di dati sensibili alle compagnie assicurative solleva diverse preoccupazioni. Preoccupa molto la mancanza di trasparenza. Spesso le informative sulla privacy all’interno delle app sono vaghe e incomplete, non fornendo agli utenti un quadro chiaro su quali dati vengono raccolti, come vengono utilizzati e con chi vengono condivisi. Questo rende difficile un consenso consapevole da parte degli utenti.
Inoltre i dati raccolti potrebbero configurare profili discriminatori. Questi dati di guida, seppur presentati come neutrali, potrebbero infatti essere utilizzati dalle assicurazioni per creare profili di rischio individualizzati, penalizzando in modo discriminatorio categorie di utenti come i neopatentati, i giovani guidatori o chi vive in zone considerate a maggior rischio di incidenti.
La conseguenza logica del premio basato sui dati di guida è che potrebbe comportare un aumento ingiustificato dei costi RC Auto per molti automobilisti, penalizzando anche chi guida in modo prudente.