Lo scenario geopolitico tocca anche il settore automotive: l’Unione Europea ci pensa, Erdogan agisce. Dazi contro le automobili cinesi.
Gli equilibri geopolitici tra Cina e Stati Uniti continuano ad assumere grande rilevanza nello scacchiere globale, portandosi dietro tante complessità. Le tensioni si sono manifestate in vari ambiti, da quello commerciale a quello della sicurezza interna e non sono mancati momenti di dialogo istituzionale ad alto livello.
La questione della sovracapacità produttiva cinese è stata al centro delle discussioni, con gli Stati Uniti che hanno espresso preoccupazioni riguardo alle politiche di supporto industriale cinese e alle possibili distorsioni dei mercati globali.
Inoltre, la rivalità tra le due potenze sta ridisegnando gli equilibri mondiali, influenzando gruppi integrati di Paesi e settori cruciali come la tecnologia: basti pensare alla centralità che la produttività cinese ha in questo momento in cui il mercato globale si sta rivolgendo con sempre più forza all’elettrico e all’energia pulita.
Questa dinamica si riflette anche nei rapporti con altri Paesi, che rappresentano un punto cruciale nelle dinamiche geopolitiche attuali. La guerra commerciale, con il suo gioco di dazi e terre rare, una parte del confronto in atto tra le due superpotenze.
Per questo motivo anche l’Unione Europea è al centro di un acceso dibattito sui dazi da imporre alle automobili cinesi, misura già adottata dagli Stati Uniti. La questione è complessa e le opinioni divergenti: da un lato, vi è la necessità di proteggere il mercato interno e l’industria automobilistica europea; dall’altro, si rischia di innescare tensioni commerciali con la Cina, un partner economico di rilievo. Bruxelles sta valutando di aumentare i dazi sull’auto elettrica cinese, con la decisione che dovrebbe arrivare entro luglio.
Gli Stati Uniti hanno annunciato un drastico aumento dei dazi sulle importazioni di una serie di prodotti cinesi, tra cui le auto con motore elettrico, per proteggere le aziende e i lavoratori statunitensi da una concorrenza considerata sleale.
In questo scenario, la Turchia ha preso una posizione decisa nel proteggere la propria industria automobilistica nazionale, la Togg, attraverso l’implementazione di dazi significativi sulle importazioni di automobili cinesi. Il Presidente Recep Tayyip Erdogan ha annunciato un aumento dei dazi fino al 40%, una mossa che mira a rafforzare la competitività della Togg nel mercato interno.
In realtà l’effetto sperato potrebbe essere un altro: introducendo i dazi sull’import dalla Cina, Erdogan vorrebbe costringere i produttori cinesi ad aprire stabilimenti direttamente sul territorio turco.
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