Auto elettriche, il futuro oppure no: cosa ne pensa il numero uno di Toyota
Il trend sembra oramai ampiamente descritto, eppure c’è qualcuno che la pensa in modo diverso: ecco le parole di Akio Toyoda. Il numero uno di Toyota è spesso stato al centro dell’attenzione per le sue dichiarazioni molto taglienti. L’ultima in tema di transizione all’elettrico ha lasciato perplessi molti degli addetti ai lavori. I motivi di fondo, però, sono facilmente rintracciabili.
Quest’anno sarà un anno di passaggio fondamentale, soprattutto per quello che riguarda alcuni settori industriali. Prendendo in esame l’automotive già molto si può evincere dalle nuove proposte che verranno lanciate sul mercato nel corso di questo 2024. Se, da un lato, si rileva un trend che vede l’aumento costante delle dimensioni delle automobili, con i segmenti SUV destinati a dominare il mercato, dall’altro anche le motorizzazioni cambiano.
In effetti il passaggio all’elettrico sembra qualcosa di dovuto e scontato. A decretarlo è una deadline fissata dalla stessa Unione Europea: 2035. Da quell’anno in poi, infatti, in UE non si potranno più vendere automobili con motore endotermico, che siano a benzina o a diesel. Tutto questo sta spingendo i produttori verso l’elettrico, e i nuovi modelli sono la dimostrazione concreta di questo fenomeno.
Passare all’elettrico è fondamentale, considerando l’inquinamento prodotto dai motori endotermici e il peggioramento della qualità dell’aria dovuta all’emissione di polveri sottili. Qualcuno, però, sembra voler sfidare anche l’ovvio.
Le parole di Akio Toyoda: un’accusa alle istituzioni
L’impatto di una mobilità che fa utilizzo di combustibili fossili senza nessun tipo di controllo è devastante. In Italia, tra l’altro, abbiamo alcune delle zone con la peggiore qualità dell’aria di tutto il mondo (vedi Pianura Padana) e ciò porta danni molto gravi alla salute delle persone che la respirano. Nonostante questo il CEO di Toyota, Akio Toyoda, ha deciso di smontare il passaggio all’elettrico. Secondo lui, infatti, le automobili elettriche possono ambire ad ottenere un 30% del mercato e non di più.
Le sue posizioni sono note da tempo, ma di certo fa specie pensare che non abbia ancora cambiato idea alla luce della situazione che si ritrova a livello globale. In realtà queste parole sono un attacco alle istituzioni come l’UE: secondo Toyoda, infatti, la politica non dovrebbe imporre questi limiti all’industria, ma dovrebbero essere i clienti a decidere autonomamente a cosa rivolgersi. Ovviamente si tratta di parole che non tengono minimamente conto dello sviluppo scellerato e devastante dell’industria inquinante e del suo impatto sull’ambiente e sulla salute degli stessi esseri umani.