Le regole stradali prevedono sanzioni differenti: nel caso del posto di blocco le conseguenze sono decisamente tra le più gravi
Può capitare a tutti, mentre si è alla guida di un veicolo, di vedersi intimare l’ “Alt” da Vigili Urbani, Agenti di P.S., Carabinieri, e quant’altri hanno compiti di Polizia stradale, per un ordinario controllo dei documenti di circolazione magari per la contestazione di un’infrazione appena commessa e rilevata dai tutori dell’ordine.
È bene precisare subito la differenza tra posto di blocco e posto di controllo, che non è marginale. Un posto di blocco avviene per svolgere dei controlli di routine oppure in casi rari in cui è necessario fermare dei veicoli per scovare un soggetto ricercato.
Un posto di controllo invece, prevede che ci sia una pattuglia sul ciglio della strada con, tipicamente, un paio di agenti a presidio che fermano a campione alcuni degli automobilisti in transito per delle verifiche finalizzate alla prevenzione in strada.
In ogni caso, il conducente del veicolo ha l’obbligo di arrestare la marcia ed attendere le determinazioni del pubblico ufficiale procedente. L’articolo 192 del Codice della Strada, prescrive che il fermato è tenuto ad esibire agli agenti i documenti obbligatori per la guida di un veicolo, quindi la carta di circolazione o libretto, la patente di guida e il contrassegno dell’assicurazione.
Il Codice della strada stabilisce che tutti i conducenti ai quali viene intimato dalle autorità competenti di fermarsi sono tenuti a farlo se non vogliono incorrere in gravi sanzioni. Tale obbligo scatta quando l’agente è in uniforme ed è munito dell’apposito segnale distintivo.
Chi non rispetta un semplice posto di controllo, è soggetto al pagamento di una multa da 87 a 344 euro e la decurtazione di tre punti sulla patente. Chi non si ferma a un posto di blocco, invece, non solo vede aumentarsi la sanzione pecuniaria, che in questo caso va da un minimo di 1.362 a un massimo di 5.456 euro e 10 punti persi sulla patente.
Le conseguenze però non si esauriscono sull’aggravio per il portafoglio e sul consuntivo dei punti sulla patente. La gravità del gesto è maggiore, e costa dunque di più, se esso mette a repentaglio l’incolumità delle forze dell’ordine o la sicurezza della circolazione in generale, e dunque chi si rendesse protagonista di una circostanza di questo tipo incorre nel reato di “resistenza a pubblico ufficiale“, punito dall’articolo 337 del Codice Penale con la reclusione fino a cinque anni.
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