Gianni Agnelli, svelato chi era la sua amante segreta I Si vedevano di nascosto sempre loro due
Gianni Agnelli ha sempre preferito lei. Era il suo grande segreto che non poteva rivelare a nessuno. Oggi tutta la verità viene a galla.
La famiglia Agnelli è stata ed è tuttora con la discendenza dell’avvocato una delle dinastie industriali più potenti in Italia. Pochi altri come gli Agnelli possono dire davvero di essere stati parte della trasformazione economica del nostro Paese.
Le dinastie industriali degli uomini più ricchi e influenti d’Italia si contano ancora oggi sul palmo di una mano, nonostante il nostro Paese sia trainato da un’economia per lo più manifatturiera, legata alla fabbrica e alla produzione.
Oltre agli Agnelli forse solo la famiglia Ferrero ad Alba è riuscita davvero negli anni a creare un vero e proprio impero, che ancora oggi non smette di allargare i suoi confini. Non è un caso che Giovanni Ferrero, oggi alla guida dell’azienda, sia uno degli uomini più ricchi al mondo.
Eleganza senza tempo
Rispetto ai Ferrero però, tipicamente molto schivi e riservati, gli Agnelli non hanno mai dato questa impressione. Erano e sono fatti di altra pasta. L’avvocato è sempre stato al centro della vita mondana del nostro Paese, diventando per tutti un’icona di stile ed eleganza.
Il suo fascino ha stregato tutti, ipnotizzati da quel suo charme senza tempo legato al lusso ma al contempo a una sobrietà molto misurata, che non ha mai ecceduto negli sfarzi che siamo soliti vedere oggi nei nuovi arricchiti, imprenditori o calciatori che siano. Gianni Agnelli era per tutti l’avvocato. Come fare a non ricordare la sua immagine a bordo di una delle tante mega ammiraglie del Lingotto con il suo indimenticamibile abbinamento dell’orologio sopra il polsino della camicia?
L’amore segreto di Gianni Agnelli
L’avvocato aveva a sua disposizione le più belle auto mai costruite, ma quale imprenditore che era ci teneva a esaltare l’eccellenza della sua azienda utilizzando spesso alcuni modelli che uscivano direttamente dai cancelli della sua fabbrica. Come per esempio la Fiat 130 station wagon con motore V6, modello rarissimo che utilizzava per andare in montagna con la famiglia. Ma la sua preferita era un’altra.
La Lancia era ai tempi un brand davvero esclusivo per il gruppo Fiat. L’avvocatonsi era innamorato di una media berlina che non catturava molto l’attenzione per la sua sobrietà nelle linee, ma che proprio per questo aveva per lui un fascino irresistibile, tanto che se ne fece preparare una versione “one off” solo per lui. Parliamo di una particolare Lancia Prisma, un esemplare unico, messo a punto anche con lo zampino di Abarth. Era una cattivona travestita da angioletto. Volante e pomello in radica, la Prisma dell’avvocato era sorta di Deltone integrale ma con le sembianze più urbane. Il motore 2.0 litri Turbo spinto da 200CV e la trazione integrale, erano ideali per le scappate in montagna. Nessun’altra Prisma era come lei.