Targa modificata, i furbetti delle multe si salvano sempre I Lo dicono i giudici, ti conviene farlo
Le targhe sono sacre. Azzardarsi a modificarle ha gravissime conseguenze che possono configurare addirittura reato penale. Ma i furbetti cadono sempre in piedi.
Quante volte avremo visto l’auto davanti alla nostra che espone sul lunotto posteriore un bel compact disc? L’automobilista non lo fa per bellezza, o perché casualmente se lo è dimenticato incastrato proprio in quella posizione. Lo fa con uno scopo ben preciso.
Certo, si tratta di un trucco un po’ datato, ma per anni ha funzionato con un unico obiettivo: schivare le multe degli autovelox grazie al riflesso del flash sul retro del CD.
Oggi però i vari escamotage si sono evoluti, e il trucco del CD è andato quasi in pensione, roba da tamarri anni ’90. Così si sono iniziate a vedere in giro le prime serie manimissioni della targa. Su questo argomento esiste tutto un manuale d’uso.
Il modus operandi
I più scaltri adottano le soluzioni da professionisti del crimine. Utilizzano del nastro adesivo nero dello stesso spessore delle lettere e dei numeri per applicarlo sopra uno di questi e trasformare con molta facilità una C in una G o un 3 in un 9 e via così. Questo genere di truffa di solito ha vita breve, per due motivi: da una parte perché è facilmente individuabile in caso le forze dell’ordine facciano un controllo sul libretto di circolazione.
Dall’altra perché, in caso di multa da autovelox, è molto facile per la Polizia stradale risalire al vero numero di targa data la corrispondenza con il modello fotografato dalla telecamera. Quindi occhio, perché per l’autovelox il trucco non funziona. Ma è sempre così?
L’assurda assoluzione
A quanto pare no. Infatti la storia che stiamo per raccontare ha dell’incredibile. Perché non solo il trucco ha funzionato, ma è stato persino ritenuto dal giudice talmente goffo da far ricadere sulle forze dell’ordine la responsabilità di non essersi accorti di una truffa talmente grezza e approssimativa. Andiamo nei dettagli. Un uomo di 68 anni sarebbe stato assolto dall’accusa di falsità materiale commessa per aver modificato la targa dell’auto.
Come è stato possibile? L’accusa sosteneva che l’uomo avesse modificato il numero “6” in “8” con del nastro adesivo nero, cercando di eludere gli obblighi relativi all’assicurazione e alla revisione del veicolo. Il giudice però ha ritenuto che il falso fosse così evidente che nessuno sarebbe stato ingannato. L’uomo era stato fermato in un controllo a Magione nel 2019, e i dati avevano rivelato che la targa non corrispondeva alla descrizione del veicolo nel libretto di circolazione. Date le circostanze assurde, con evidenze che parlavano per loro stesse, l’automobilista è stato assolto. Come dire: manometti pure ma fallo male, la legge è dalla tua parte.