Autogrill, non parcheggiare mai l’auto così: ti portano via ogni cosa in due minuti
Attenzione a non lasciare l’automobile incustodita neppure per una sosta all’autogrill potresti essere derubato di ogni cosa
A sette anni dai fatti è stata finalmente emessa la sentenza nei confronti degli undici imputati finiti al processo per il maxi furto di gioielli messo a segno il 13 maggio del 2013 in autostrada, presso l’autogrill di Cremona Sud ai danni di un rappresentante orafo. Totale del bottino 700.000 in pietre e gioielli preziosi.
Ci sono variazioni delle pene per i componenti della banda: 5 anni di carcere con 1.250 euro di multa per Salvatore Pellegrino; 10 anni di carcere e 1.250 euro di multa per Antimo Vito. Gianni Maisto è stato invece condannato a quattro anni di carcere e 900 euro di multa per Gianni Maisto.
Si tratta di una pena minore, sei mesi, ed anche sospesa perchè incensurata quella di Maria Varsi. Gli assolti sono invece Nicola Savarese, Gianluca Parente, Salvatore Vito, Giuseppe di Napoli, Cito Lorito, Giuseppe Cozzolino, Luigi Maisto.
Nell’operazione “Maskada” del 24 gennaio 2014, la polizia stradale di Cremona era riuscita a riscostruire i fatti e dare un volto a tutti i componenti della banda tutti napoletani.
Il furto: ecco perché bisogna fare attenzione alla propria auto anche in autogrill
La mattina del 13 maggio 2014 un gioielliere diretto a Firenze, mentre guida indisturbato decide di fare una sosta all’autogrill sulla tratta dell’autostrada sud di Cremona. Mentre utilizza la toilette, la sua auto contenente gioielli per il valore di 700.00 euro viene completamente ripulita. Secondo le varie ricostruzioni degli inquirenti, inizialmente il furto era stato immaginato come una vera e propria rapina, ma poi con la non prevista sosta in autogrill la banda modifica i suoi piani e ripulisce la cassetta contenete i gioielli nella BMW coupé 320 del malcapitato rappresentate. I gioielli dovevano essere trasportati in un mezzo sicuro, invece il rappresentate dichiarò in aula di aver preso la decisone di trasportare i preziosi personalmente.
Secondo il parere dell’accusa Pellegrino, Savarese e Cozzolino sarebbero gli autori materiali del furto. Infatti i quattro ladri avrebbero seguito a bordo di una Stilo station wagon ed a bordo di una moto Yamaha lo sfortunato rappresentante di gioielli. Al fine di ostacolare le indagini Gianni Maisto avrebbe procurato una falsa intestazione della moto facendola risultare di una persona completamente estranea ai fatti.
Gianni Maisto il giorno del furto sarebbe rimasto nel napoletano in constante contatto telefonico con il resto della banda di ladri ed il 21 maggio, dopo il furto si sarebbe occupato con Savarese di un primo tentativo di recupero della moto, che era stata abbandonata a seguito del furto dei preziosi.