Ztl, italiani finalmente liberi: la legge è cambiata
Ogni automobilista si è prima o poi trovato in enorme difficoltà rispetto alle famigerate ZTL, le zone a traffico limitato ormai diffuse in ogni comunità: ma adesso cambia qualcosa, a livello normativo, davvero rilevante. Cioè?
Da diversi mesi le cose sono cambiate, in ambito ZTL: uno dei più grossi ostacoli alla mobilità urbana delle auto degli italiani che, tuttavia, invero, è nata per poter ‘proteggere’ sul pieno ecologico e di fruibilità i centri cittadini.
Come tutti sappiamo le zone a traffico limitato sono ambiti delle nostre città all’interno delle quali l’accesso ai veicoli a motore, quelli inquinanti, è di fatto vietato proprio per ragioni di natura ecologica: a causa, cioè, delle emissioni.
Ad eccezione di casi rari o di mezzi che non siano impattanti dal punto di vista dell’inquinamento, nelle zone a traffico limitato, in determinati ambiti orari e condizioni il divieto è così rigoroso da costare caro, a chi lo violasse.
Sono ormai note, tristemente note per chi le ha dovute pagare, le multe per ingresso non autorizzato nella zone a traffico limitato. E il problema aggiuntivo, spesso, è quello relativo alla conoscenza dei dettagli relativi alle ZTL.
ZTL, nuove regole, ora cambia tutto
Quanto tempo durano i divieti? Che vuol dire varco attivo e non attivo? Ci sono fasce orarie in cui è ammesso? Quali sono i veicoli che possono entrarvi e quali quelli che invece non potranno mai farlo? Tantissimi i quesiti. A dire il vero il punto focale è quello relativo al cambiamento normativo che è in atto dalla fine dello scorso anno.
L’ambito nel quale è stata introdotta una sorta di rivoluzione sul sistema di funzionamento delle zone a traffico limitato è davvero specifico e si tratta del territorio di Milano. Il tutto ha a che fare con i pagamenti dei biglietti di ingresso della nota Area C della città meneghina, una delle più rilevanti e vaste. Ebbene?
Chi paga il ticket per le ZTL e dove
Una sorta di paradossale rivoluzione che riguarda i pagamenti dei biglietti di ingresso giornaliero, pari a cinque euro, nella zona dell’Area C di Milano che deve essere pagato anche dalla auto ibride, qualora superassero di cento g/km le emissioni di CO2.
Cosa significa nel pratico questa svolta? Che macchine di grossa cilindrata parrebbero più avvantaggiate rispetto alle utilitarie, dal momento che l’esenzione varrebbe per le plug-in, mentre non per le full o mild ibride: come se, una city car come la Panda dovesse cioè pagare sempre, ma questo non toccasse ai Suv o alle berline di lusso.