Autovelox, controlla questo dettaglio sul dispositivo: se lo vedi sono finti
Non tutti gli autovelox sono uguali. Se facciamo attenzione a qualche dettaglio potremo ignorare del tutto la sua presenza
Siamo il paese degli autovelox e delle multe solo millantate. Non è raro che le amministrazioni locali cercano spesso di racimolare qualche quattrino facile elevando sanzioni a destra e a manca con dispositivi che vengono considerati quasi dei giocattolini a propria disposizione.
Il ragionamento che fanno è piuttosto scontato. Cerchiamo di affibbiare quante più multe possibili grazie ai rilevatori automatici (non c’è nemmeno bisogno di impiegare pattuglie in strada) e poi vediamo se gli sventurati pagano o si oppongono in ricorso.
Così facendo, intanto i comuni incassano un po’ di soldini, per attendere poi se qualche giudice decide di dar ragione al povero automobilista. Tanto si sa, è più una noia che altro andare in appello solo per farsi annullare una multa.
Stop agli abusi: parola del ministro Matteo Salvini
Peccato invece che la pioggia di ricorsi vinti dagli automobilisti in Cassazione sembrerebbe dar torto a questa strategia. Il problema degli autovelox purtroppo non sono gli autovelox. Un loro utilizzo sensato e utile alla collettività non presupporrebbe questo malumore costante dovuto ai continui tentativi illeciti di battere cassa e basta. Un autovelox è una misura preventiva seria contro gli incidenti, pertanto va usato con molta perizia e attenendosi scrupolosamente a ciò che prescrive il Codice della Strada, che per filo e per segno descrive le situazioni in cui il dispositivo può essere utilizzato in modo legittimo.
Certo, rispettare la normativa non è facile per nessuno, ma da chi dovrebbe rappresentare la normativa stessa questo è inaccettabile. A ribadire il problema degli autovelox killer ci ha pensato anche lo stesso Salvini, che a margine di un commento alle nuove proposte sul ridisegno del Codice stradale, ha precisato che sarà guerra contro gli autovelox pirata che ingrassano i conti dei comuni. A tal proposito è già prevista una nuova regolamentazione soprattutto per quel che riguarda la loro omologazione.
Come distinguere un autovelox finto
Gli apparecchi quindi saranno finalmente omologati secondo un criterio valido a livello nazionale. Solo che servirebbero ulteriori norme per contrastare il far west sul loro effettivo utilizzo. Nonostante l’obbligo di omologazione approvato a livello ministeriale, per strada è facile incontrare anche autovelox per così dire “finti”, ossia non omologati dal Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. Per distinguere gli autovelox finti da quelli veri, è importante conoscere alcuni dettagli. Gli autovelox veri e omologati sono di norma preventivamente segnalati con cartelli luminosi ben visibili.
Gli autovelox finti, invece, non sono disciplinati dalla legge, sono gli inconfondibili totem arancioni che spesso sbucano dal nulla, quasi mai segnalati correttamente lungo il percorso. Gli autovelox finti non hanno alcun valore legale. Qualora 400 metri prima di uno di questi totem arancioni non sia presente una segnalazione corretta, o una pattuglia che contesti l’infrazione, è possibile ignorare la loro presenza senza temere multe per eccesso di velocità. La maggior parte di questi apparecchi sono scatole vuote senza alcuna telecamera all’interno.