Si tratta di una strategia diffusa ma estremamente rischiosa. Un escamotage del genere e si finisce per pagare tutti gli arretrati
Sarà successo a tutti di guidare una macchina intestata a un’altra persona. In famiglia si tratta di una pratica molto comune. Perlomeno quando i figli crescono e hanno quell’età giusta per avere la patente, ma sono ancora squattrinati tanto da non potersi permettere non solo di comprare un’auto tutta per sé, ma anche di mantenerla.
E allora si usa l’auto dei genitori. La legge infatti permette di poter utilizzare la vettura di uno dei componenti dello stesso nucleo familiare che condivide lo stesso tetto. Diverso è il caso di un amico. Anche a lui è consentito guidare un’auto intestata a un’altra persona, anche se non fa parte della stessa famiglia.
Se però finisce per utilizzarla in modo continuativo per più di 30 giorni è necessario segnalare alla Motorizzazione Civile che questa persona risulta essere il conducente abituale di quel veicolo, anche se non ne è l’intestatario.
E fin qui tutto bene. I primi “conflitti di interessi” iniziano a sorgere qualora, all’insaputa del proprietario, il conducente mantenga un’attitudine alla guida piuttosto effervescente e inizi a racimolare una multa dopo l’altra elevata da rilevatori automatici della velocità. Una pratica piuttosto comune nel nostro paese, che può avvenire in assenza di un vero e proprio accertamento immediato dell’infrazione da parte delle forze dell’ordine.
In questo caso la situazione inizia a complicarsi, perché se dovesse passare un tempo relativamente lungo dal giorno dell’infrazione a quello della notifica a casa del verbale, né il titolare del mezzo, né la persona che ne condivide l’utilizzo potrebbero avere la certezza di chi sia il colpevole. Una cosa però è certa: il verbale arriva sempre all’intestatario dell’auto, che dovrebbe comunicare alle autorità con estrema sollecitudine se alla guida quel giorno si trovava un’altra persona. In questo modo non si rischia che la polizia se la prenda con la persona sbagliata decurtando punti dalla patente di chi non era nemmeno al volante.
Insomma, prestare l’auto a qualcuno, fidato o meno che sia, può comportare rogne non indifferenti. Meglio essere molto cauti in questo frangente e fare particolare attenzione. Rimanendo in tema intestatario, è doveroso segnalare un altro fenomeno piuttosto preoccupante. Per evitare di pagare le sanzioni, alcuni proprietari escogitano un escamotage che gli permette di continuare a commettere infrazioni e in alcuni casi a perpetrare veri e propri illeciti senza essere rintracciati dalle forze dell’ordine. Il trucco è intestare l’auto a un’altra persona, possibilmente incensurata.
Il fenomeno dei prestanome è abbastanza diffuso, soprattutto negli ambienti della microcriminalità, dove non è raro – dietro compenso – intestare il veicolo a una terza persona nullatenente e disoccupata per riuscire a divincolarsi dalle maglie della giustizia e passarla liscia. Insomma, si diventa praticamente invisibili anche continuando a commettere infrazioni e reati con l’auto intestata al prestanome che, essendo nullatenente, non può nemmeno far fronte alle sanzioni che gli sono notificate. Si innesca un circolo vizioso in cui il truffatore continua a commettere reati su un’auto totalmente fuori regola, senza bollo, revisione, né assicurazione. Il che comporta ulteriori problemi in caso di incidente per gli sfortunati che si trovano a dover affrontare i costi di riparazione di tasca propria.
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