Benzina, se la metti con la carta stai attento: ricordati di fare questo
Il capitolo carburanti ultimamente per gli italiani è veramente pesantissimo. Gli aumenti sono continui e purtroppo si prevedono nuove stangate. Come se non bastasse ci sono anche le truffe a preoccupare gli automobilisti
Molto spesso si fa rifornimento presso le stazioni di servizio self-service. È sicuramente un’opzione conveniente e non è un caso che sia così popolare. Di fronte alla mancanza di servizi, molte volte si preferisce procedere da soli. Basta una minima manualità per ottenere un piccolo sconto difficile da buttare via.
Sempre più spesso per i pagamenti alla pompa utilizziamo le carte di credito. La praticità di effettuare i vari pagamenti con la propria carta di credito è molto elevata. Non dovrai portarti dietro contanti e non correrai il rischio di incappare in possibili problemi, legati al furto o alla perdita di essi. Inoltre, potrai tenere sempre monitorate le tue spese quotidiane e mensili.
La Finanza ha scoperto però alcuni erogatori di carburante manomessi in modo tale da erogare nella vettura meno carburante di quello effettivamente pagato. Specifici errori di sistema, infatti, hanno fatto pagare una somma maggiore ad alcuni clienti.
Nella maggioranza dei casi, si scopre solo se casualmente e in quel preciso momento si controlla il conto o se sulla carta si ha una disponibilità limitata coincidente con l’importo bloccato e, ciò a sorpresa preclude qualsiasi altro acquisto.
Carburanti: i rischi del pagamento col bancomat
Vi è mai capitato di fare rifornimento di carburante presso un distributore automatico di benzina, pagando con bancomat o carta di credito una cifra, ad esempio, di 10 euro, e di vedervi contemporaneamente, per alcuni giorni, bloccata sul conto, non si sa come e perché, una cifra di gran lunga superiore (molto spesso 101 euro)?
Uno zero in più che è costato molto caro a tanti automobilisti italiani. Inserendo la carta e digitando la somma di 20 euro, per esempio, alcune persone hanno fatto la scoperta di aver pagato in realtà 200 euro. Un prelievo del tutto immotivato dal proprio conto, che ha fatto scattare l’allarme. Una falla di alcuni sistemi elettronici, i quali fanno riferimento alla funzionalità di massima erogazione disponibile in quel momento.
Nessun segnale preventivo viene in qualche modo dato al cliente. L’unica traccia effettiva è rinvenibile sul conto corrente dei clienti che, al momento di pagare, si vedono alterare ingiustamente e senza avviso alcuno la disponibilità del proprio conto. Supponendo che, poi, si abbia a disposizione quella cifra, perché, altrimenti, sono guai ancora peggiori.