Auto, addio benzina e elettricità: il futuro è proprio questo 

Auto, addio benzina e elettricità: il futuro è proprio questo 

Toyota Mirai, auto con motore alimentato a idrogeno - solomotori.it

Auto elettrica – solomotori.it (foto Ansa)

Può rivelarsi l’asso nella manica e sostituire del tutto le fonti fossili e anche gli elettroni. La strada è lunga ma le previsioni sono rassicuranti

Il tema energetico è uno dei più grandi punti interrogativi di domani. Secondo autorità come la IEA – International Energy Agency – a breve ci aspetta un futuro dominato dall’energia elettrica generata da fonti rinnovabili. Tutto funzionerà ad elettricità.

Le previsioni più attendibili sono quelle di un “mondo elettrico” già a partire dal prossimo decennio, quando cioè importanti goal sono stati individuati al fine di raggiungere un mondo decarbonizzato entro la fine del 2050. 

Anno in cui saremo probabilmente più di 10 miliardi su un pianeta che oggi funziona per lo più a carbone, petrolio o a gas naturale. La sfida è senza dubbio epocale e la transizione verso nuovi modelli energetici sarà graduale e non priva di intoppi.

Il problema della rete elettrica

Pensiamo ad esempio all’auto elettrica e alla sua introduzione per certi versi forzata da un business forse un po’ troppo avanti coi tempi. Perlomeno in Italia. Secondo le stime della IEA ci vorranno ancora molti anni prima di dotare ogni paese di una rete infrastrutturale elettrica decente, in grado da una parte di assorbire i picchi di energia generati dalle fonti rinnovabili, e dall’altra di distribuire in modo efficiente l’energia elettrica dove e quando serve.

Quando si parla degli annosi problemi dell’auto elettrica, non dobbiamo pensare che tutto si risolva cambiando la tecnologia delle batterie e garantendo così maggior autonomia al veicolo. Fintantoché non saranno implementate le reti intelligenti, in grado di supportare e smistare massicce quantità di energia, il futuro dell’auto elettrica è quasi a rischio. Tra poco più di un decennio lo stop ai motori termici imporrà per forza di cose una svolta radicale nella mobilità. Se per allora non avremo una rete infrastrutturale in grado di far fronte all’aumento di richiesta energetica, rischiamo non solo di rimanere a piedi, ma anche di far collassare l’intera infrastruttura ogni volta che ci attacchiamo alla colonnina.

Toyota Mirai, auto con motore alimentato a idrogeno – solomotori.it

La tecnologia del futuro

Sono in tanti a credere che il futuro dell’auto sia nella batteria elettrica, d’altra parte sono altrettanti che guardano con attenzione allo sviluppo di nuove tecnologie forse più efficienti e sostenibili. In primis i giapponesi, che con Toyota, Hyundai, Honda e Kawasaki hanno già sperimentato motori alternativi alimentati a idrogeno liquefatto, una soluzione che potrebbe rappresentare la chiave del futuro anche nei trasporti leggeri, non solo nel settore aeronautico e navale. Il Giappone sta prendendo la cosa sul serio, tanto che per il 2030 si prevede la vendita di 800.000 veicoli a idrogeno. Un milione in Cina nel 2035. I numeri sono incoraggianti, ma anche in questo caso è doveroso porre l’attenzione su alcune criticità ancora da smarcare. 

Anche l’idrogeno, al pari dell’elettricità, avrà bisogno di un’infrastruttura di distribuzione efficiente. Al momento si pensa di utilizzare le pipeline già esistenti del gas naturale (che prima o poi non si utilizzerà più) o di metterlo in grandi unità di stoccaggio. Ma il suo più grande problema è che, nonostante la sua alta densità energetica – circa tre volte quella del petrolio – occupa molto più spazio. Un tema questo che potrebbe rivelarsi critico nel momento di fare rifornimento. Insomma queste sono solo alcune delle sfide ancora aperte, ma il settore automotive sta puntando gli occhi su questo vettore energetico dal grandissimo potenziale. In Europa anche BMW e Stellantis stanno portando avanti sperimentazioni interessanti, la prima con una produzione limitata della iX5 Hydrogen, la seconda con quella di veicoli commerciali a celle di combustione.