Mercato dell’auto, allarme enorme: gli incentivi non servono a niente | Disastro nazionale
Da uno studio condotto dal Centro Studi Promotor emerge l’amara verità: parco auto troppo vecchio. Servono nuovi incentivi
Basta guardarsi un po’ giro mentre siamo al volante per rendersi conto che in Italia il parco auto circolante è piuttosto vetusto. Almeno la metà dei veicoli che incrociamo ha in media 10 anni di vita. Il che aiuta di sicuro l’industria automobilistica a inquinare meno, dal momento che produce meno.
Detta così sembra banale, ma in effetti la quantità di emissioni di CO2 disperse in atmosfera durante il ciclo di produzione di un veicolo è enorme, come enormi sono le risorse energetiche e materiali impiegate. Motivo per cui a volte non sono sufficienti nemmeno 10 anni per compensare l’impronta ambientale e carbonica delle nostre auto.
Se far circolare un’auto per 10 o più anni può in qualche modo aiutare a ridurre lo spreco di risorse e le emissioni dell’industria, c’è da dire che ha anche un rovescio della medaglia. Infatti per strada avremo auto sempre più inquinanti e pericolose per via di componenti troppo vecchi ed usurati.
Italia fanalino di coda: età media dei veicoli 12 anni
Uno studio condotto dal Centro Studi Promotor vede l’Italia detenere un triste primato per l’alto tasso di motorizzazione, con 62,2 auto ogni 100 abitanti nel 2021, superando paesi come Germania, Francia e Spagna. Questi dati evidenziano la necessità impellente di adottare misure per svecchiare il parco auto circolante e contestualmente ridurne la quantità. C’è da dire che in questo scenario abbastanza preoccupante si è messa di mezzo anche la pandemia. Da una parte ha spinto molte più persone a mantenere in circolazione le vecchie auto private.
Dall’altra ha mandato in crisi tutto il settore automotive, dal momento che la vendita di nuovi veicoli ha subito battute d’arresto importanti. Uno stop prolungato che sta avendo attualmente forti ripercussioni sul mercato. Tutto ciò ha creato le condizioni ideali per mantenere in circolazione auto con un’età media di 12 anni. Si tratta di un numero decisamente superiore a quello di altri paesi europei come Germania, Francia, Regno Unito e Spagna.
Incentivi insufficienti e inutili
Questo dovrebbe essere sufficiente a dare la misura di come al momento in Italia il mercato automobilistico stia affrontando una profonda crisi e registrando un calo significativo delle immatricolazioni di nuovi veicoli. A confermarlo sarebbero le evidenze del Centro Studi Promotor, che per il 2023 prevede un calo del 21,7% delle vendite di nuovi veicoli rispetto ai livelli pre-pandemia. Per contrastare questa situazione il Governo ha già giocato la carta degli incentivi statali, ma le cose però non sono andate come previsto.
Infatti, secondo il Presidente del Centro Studi Promotor, Gian Primo Quagliano, gli incentivi attualmente disponibili non si sono dimostrati in grado di risolvere il problema. I fondi messi sul piatto l’anno scorso e anche quest’anno per l’acquisto di auto elettriche o a basse emissioni, non sono stati adeguati a coprire nemmeno in minima parte il costo di una nuova auto elettrica. Ai consumatori non rimane altra scelta se non di mantenere in vita il loro usato. Per rendere più efficaci gli incentivi, secondo Quagliano, è prioritario eliminare i vincoli che riguardano le categorie di consumatori che possono usufruire del bonus e il tipo di auto acquistabile.