Patente, non possono più levartela: finalmente addio punti

Patente, non possono più levartela: finalmente addio punti

Corso in autoscuola per recupero punti - solomotori.it

Corso in autoscuola per recupero punti – solomotori.it

Esistono casi in cui si possono preservare tutti i punti anche quando a inchiodarci è l’autovelox. Solo a certe condizioni 

Sono molti gli automobilisti che ogni anno arrivano a perdere la patente per mancanza di punti. E qui la situazione diventa complicata, perché il Ministero dei Trasporti invia una lettera che ci chiede gentilmente di ripetere gli esami per ottenere nuovamente la patente entro 30 giorni.

Se non si riescono a superare gli esami, la patente viene sospesa a tempo indeterminato. Si tratta purtroppo di situazioni abbastanza frequenti, di fronte alle quali non resta nulla da fare se non imparare la lezione ed evitare di continuare a commettere infrazioni “mangia punti”.

Cinque di qua, due di là, altri cinque per quella volta in cui ci hanno pizzicato per eccesso di velocità, e la patente si polverizza lasciandoci letteralmente appiedati. Nel migliore dei casi, per recuperare i punti persi siamo costretti a frequentare uno dei corsi di recupero punti – per di più a pagamento – organizzati dalle autoscuole o dai centri autorizzati dal Ministero.

L’auto è tua ma non eri alla guida al momento dell’infrazione?

Ma la speranza è sempre l’ultima a morire, e se questo proverbio ha un fondo di verità, forse anche per i più recidivi è tempo di festeggiare. Come mai? Vi starete chiedendo. Semplice. Si danno casi in cui l’infrazione è commessa senza essere fermati dalle forze dell’ordine, il che tutto sommato non è raro. In alcune circostanze ad esempio, quando a multare è un autovelox, è possibile non perdere i punti della patente.

In assenza di un vero e proprio posto di blocco, dove gli agenti procedono all’identificazione del trasgressore, la multa va a pizzicare sempre e solo il titolare del mezzo. Ma non sempre il proprietario del veicolo corrisponde al conducente che ha commesso l’infrazione. È una pratica comune che altri componenti della famiglia, ad esempio, si mettano alla guida di una stessa auto anche senza esserne titolari. In questi casi è molto probabile che non si riesca a risalire con certezza al trasgressore.

Talvolta è impossibile risalire con certezza a chi ha commesso l’infrazione – solomotori.it

Come salvare i punti: la Cassazione parla chiaro

Ed è qui che una sentenza della Cassazione ha portato alla luce un caso intrigante, che ha visto una donna ricorrere in appello per una sanzione a suo carico. Inizialmente la proprietaria del mezzo ha contestato la sanzione davanti al giudice di primo grado, sostenendo di aver tempestivamente comunicato alla Polizia Municipale l’impossibilità di fornire le generalità del conducente al momento dell’infrazione. Ciò era dovuto al lungo periodo trascorso tra l’infrazione e la notifica del verbale, nonché al fatto che il veicolo era utilizzato non solo da lei, ma anche dal marito e dalle figlie.

Il giudice ha accolto la sua tesi affermando che “bisogna distinguere tra chi omette completamente di comunicare le generalità del conducente all’autorità competente e chi invece comunica l’esistenza di validi motivi che giustificano l’omissione dei dati richiesti”. Sentenza confermata anche in secondo grado. La richiesta è stata accolta grazie al fatto che l’infrazione risaliva a circa quattro mesi prima della notifica del verbale e il veicolo veniva spesso utilizzato da altre persone. Motivo sufficiente per non poter individuare nessuna di queste tra i possibili trasgressori. Se il periodo trascorso tra l’infrazione e la contestazione è significativo, è consentito affermare di non sapere chi era alla guida. In questo modo si salveranno tutti i punti, ma sarà necessario pagare una sanzione aggiuntiva di 286 euro.