Furti auto, arriva il metodo del Game Boy: in 5 minuti se la portano via
Siamo dinanzi a un livello di sofisticazione mai visto prima. L’elettronica gioca a nostro sfavore, auto non più al sicuro
Il fenomeno dei furti d’auto in Italia sta prendendo una piega preoccupante. Con la crisi della componentistica che mette in ginocchio sia fornitori sia i poveri automobilisti, il terreno è più fertile che mai. Sarà capitato a tutti di questi tempi aspettare anche dei mesi prima di avere il pezzo di ricambio originale dalla casa madre.
Tutto questo non fa altro che giocare a favore dei delinquenti, che in situazioni di crisi come quella che sta vivendo il settore automobilistico, si approfittano della richiesta del mercato di nuovi pezzi di ricambio, per di più giocando la carta del vantaggio economico e delle tempistiche immediate di ritiro.
A parte la categoria SUV di alta gamma, che rappresenta un segmento molto richiesto sul mercato nero, soprattutto nei paesi dell’est Europa, la maggior parte delle vetture usate fruttano più vendute per pezzo che per intero. Alcuni componenti di ricambio, come il catalizzatore – costituito da materie rare più care dell’oro – valgono sul mercato parallelo anche più dell’auto stessa.
Attenzione alle nuove vulnerabilità
Ma vediamo perché è così semplice oggi rubare un’auto. Innanzitutto perché i ladri sono sempre un passo avanti a noi e a chi cerca soluzioni di messa in sicurezza, per quanto sofisticate. La tecnologia sviluppa sistemi elettronici molto complessi e auto iper-connesse governate solo dal software. Ma proprio questo è il suo “tallone d’Achille“. Come diceva un grande fisico infatti, “il progresso tecnico e scientifico può aprire le porte del paradiso, ma anche quelle dell’inferno”.
Che vuol dire questo declinato sul mondo dell’automobile? Che dobbiamo accettare di correre qualche rischio in più se quello che vogliamo sono auto più simili a computer che a mezzi meccanici su quattro ruote. Un computer è sempre a rischio sicurezza informatica, sempre vulnerabile, per di più anche “hackerabile”. Pensiamo solo a quello che potrebbe succedere a un computer di una tonnellata in movimento.
Quando la tecnologia diventa pericolosa
Gli scenari che si prospettano sono davvero inquietanti, ma questo tema meriterebbe tutto un capitolo a parte. Intanto limitiamoci a dire che, come le auto non sono più quelle di una volta, anche i ladri non sono gli scassinatori “ruba autoradio” degli anni ’90. Le tecniche messe a punto dai malviventi per sottrarci il veicolo sono molto più all’avanguardia di un vetro rotto. Adottano strategie silenti, invisibili e, come accennato, avvalendosi delle tecnologie elettroniche dei nostri veicoli.
Ultima in ordine di tempo è la “tecnica del Game Boy“. Protagonista una banda di ladri per così dire “creativi”, che ha utilizzato un apparecchio elettronico di hackeraggio con le sembianze di un Nintendo Game Boy per mettere a segno una serie di furti di auto dal valore di 180.000 sterline (211.000 euro). La polizia del West Yorkshire, nel Regno Unito, non si è lasciata ingannare, e ha scoperto che i tre ladri utilizzavano questa finta mini console da videogiochi per nascondere un complesso dispositivo da 23.000 euro in grado di riprodurre il segnale di apertura e accensione dell’auto per tutti i modelli sottratti.