Un importante cambiamento a livello di regolamenti ha rappresentato una vera svolta per molti automobilisti e, in modo particolare, far riferimento alle targhe: adeguarsi è necessario o il rischio sanzioni è davvero enorme. Quale?
Molti cittadini non sono a conoscenza del fatto che da qualche tempo le leggi di riferimento alle possibilità di circolazione in strada sono cambiate per quel che concerne alcune tipologie di targhe: quali? Andiamo a scoprirlo.
Gli automobilisti che disponessero di alcuni tipi di targa dovrebbero pensare seriamente di correre ai ripari, perché non possono più andare in giro, pena il rischio di multe anche fino a duemila e tremila euro. Quali targhe sono? E’ presto detto.
Stiamo parlando delle targhe estere, vale a dire, appunto, quelle che sono immatricolate in altri Paesi, fuori dai confini in Italia e che adesso sono disciplinate da una correzione di tipo normativo che andiamo ad analizzare.
Chi non fosse in regola con questo tipo di nuovo dispositivo di legge, potrebbe rischiare anche qualcosa di più di una giù più che corposa sanzione: ovvero, perfino la confisca della macchina. Ma che tipo di legge è? E a cosa mira?
La Legge di cui parliamo è quella che fa riferimento agli usi di targhe straniere da parte di soggetti che però, italiani o meno, abbiano la residenza in Italia dal punto di vista anagrafico. Il nuovo dispositivo prevede inasprimenti. Quali?
Le sanzioni potrebbero oscillare da oltre settecento euro (711) a oltre tremila euro (3558): l’obiettivo è regolamentare la presenza di chi usa auto immatricolare all’estero per non pagare le relative tassazioni in Italia, e non solo.
Lo scopo, spesso, sarebbe anche quello di evitare multe, ridurre le spese di tipo assicurativo, e altro ancora. Dunque il Legislatore è intervenuto in modo abbastanza risoluto per rendere la posizione di questi veicoli più equa.
Approvata le riforma, che riguarda la specifica area del Codice della strada riferita proprio alle immatricolazioni all’estero, si evince una differenza molto rilevante rispetto al passato. Quello sulla residenza. Ovvero?
Si tratta del vincolo di estensione del periodo di residenza obbligatorio: in poche parole, adesso, servono perlomeno tre mesi di residenza anagrafica nel nostro Paese per poter essere obbligati a fare l’immatricolazione del mezzo con una targa di tipo nazionale.
In questo senso, la normativa va a riferirsi non appena alle auto: nel merito, rientrano tutti i mezzi come moto, rimorchi con immatricolazione all’estero e però condotti in Italia da persone residenti nel nostro Paese.
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