Aria condizionata in auto dopo i 60 anni, non accenderla mai più: questo rischio non lo conosceva nessuno | Può ucciderti
Con il caldo torneremo a chiudere i finestrini e ad accendere il climatizzatore. Occhio però al suo corretto utilizzo, nasconde insidie che nemmeno sospetti
È in arrivo la bella stagione e anche quest’anno si prospettano nuove ondate di calore sempre più intense e di lunga durata. I picchi di calore dovuti al clima imbizzarrito di questi ultimi anni sono parte della routine estiva e ormai non fanno nemmeno molto parlare di sé come in passato.
In questo scenario post apocalittico, fatto di estati torride e soffocanti, possiamo contare solo su una soluzione per sfuggire all’afa che ci attanaglia, soprattutto durante gli spostamenti in auto: l’aria condizionata. Avere un buon climatizzatore ben efficiente è diventata la condizione improrogabile per sopravvivere quando fuori la colonnina di mercurio supera abbondantemente i 30 gradi.
Concedersi una bella boccata d’aria fresca nei lunghi viaggi in auto, soprattutto durante gli affollati esodi estivi, è fondamentale per una guida più confortevole e per arrivare a destinazione sani e salvi senza aver già sudato sette camicie. L’importante – si sa – è sempre evitare di esagerare con l’aria condizionata e cercare di limitare non solo il tempo di esposizione ma anche grandi sbalzi termici tra l’interno e l’esterno dell’abitacolo.
Prima regola: una buona manutenzione
L’aria condizionata è indispensabile per chi soffre il caldo, in particolare per i soggetti più a rischio come anziani e bambini. Un suo utilizzo sconsiderato però può mettere a rischio la salubrità dell’aria che respiriamo, specie quando non c’è un buon ricircolo. Numerosi studi hanno proprio messo in luce i rischi respiratori legati non tanto alle temperature troppo fredde, quanto alla difficoltà di creare un buon ricambio di aria pulita, soprattutto nei grandi edifici o nelle grandi strutture pubbliche.
Luoghi in cui è necessario rispettare rigorosi protocolli di igiene per proteggere la salute dei lavoratori e prevenire la cosiddetta ‘Sindrome dell’edificio malato‘. Un fenomeno legato in sostanza a un cattivo ricircolo d’aria e al malfunzionamento dei filtri nei grandi impianti di aria condizionata. Trascurarando la manutenzione degli impianti di climatizzazione infatti si rischia di mettere a dura prova il sistema respiratorio, soprattutto in caso di allergie ad acari, polvere e pollini.
Perché dovremmo preoccuparci dell’aria condizionata
Le patologie respiratorie sono però solo la punta dell’iceberg. Ad aggravare il quadro è la possibile esposizione del nostro organismo a infezioni pericolose. Fra i microrganismi più temuti c’è il bacillo Legionella pneumophila che prospera in ambienti caldi e umidi come quelli dei condizionatori d’aria. Questo batterio può causare la legionellosi, una malattia che si manifesta con sintomi simili all’influenza ma che può evolvere in una grave polmonite, specialmente in soggetti predisposti come immunodepressi o affetti da patologie croniche.
All’indomani di una grave pandemia come quella del Covid, il mondo intero ha sperimentato in abbondanza gli effetti devastanti delle polmoniti acute e si sono introdotte svariate misure per evitare che soprattutto gli anziani potessero rimanere vittime di queste patologie. Alla stessa stregua del Covid, il virus della Legionella è un nemico invisibile che può colpire in qualsiasi momento e si diffonde per via aerea mediante l’inalazione di microscopiche goccioline di acqua contenenti i batteri che a loro volta trovano terreno fertile negli impianti dei climatizzatori. Per cui sappi che da una buona manutenzione dell’aria condizionata dipende anche la salute di chi sta vicino a noi in auto.