Multe stradali, quando sei al volante non perdere la pazienza: se ti agiti rischi una stangata terrificante
Spazientirsi alla guida è molto facile. Anzi, è molto difficile rimanere calmi, soprattutto se si guida costantemente nel traffico e si ha sempre fretta. Ma è fondamentale mantenere il controllo. Vediamo perché.
Non sono rare le baruffe tra automobilisti, e con i nervi a fior di pelle è facile che un semplice bisticcio finisca in qualcosa di più serio. Quante volte ci capita che, fermi a un incrocio, due automobilisti iniziano ad avere questioni per i motivi più banali: una mancata precedenza, una svolta improvvisa, o un tamponamento per distrazione.
Entrambi sono ovviamente convinti di aver ragione, e se uno dei due (o peggio entrambi) è un individuo poco controllato, o peggio un tipo poco raccomandabile, è facile che i toni si esasperino e che addirittura nei casi più gravi l’acceso diverbio muti in un’aggressione fisica.
Per evitare tutto ciò, conviene sempre cercare di mantenere la calma e non perdere la pazienza. A volte è meglio lasciar perdere, pure se è evidente che abbiamo ragione. Non si sa mai chi si abbia davanti e un fanalino rotto non vale quanto conseguenze più serie come una denuncia penale o peggio, un’aggressione fisica.
Sì, perché in caso di diverbio tra automobilisti, si rischiano conseguenze penali, ci sono vari articoli del Codice Penale che possono essere violati, e con testimoni in giro è sempre meglio evitare. Rispetto a qualche anno fa, oggi la situazione è meno pericolosa perché il reato per cui si poteva essere ascritti sul registro degli indagati è stato depenalizzato, ovvero la violazione dell’articolo 594 del Codice Penale. Ma ci sono altre fonti di rischio.
Litigare al volante: ecco perché non ti conviene
Nel caso in seguito a un diverbio tra due automobilisti, dovessero volare insulti o minacce, non c’è un reato d’ufficio come in passato, ma uno dei due che si è sentito offeso può procedere per vie legali per i classici reati di calunnia o aggressione. Se la cosa finisce in tribunale, si rischiano fino 8.000 euro di ammenda.
Se però, un’aggressione sfocia in minacce di omicidio – esempio: “se parli ancora ti ammazzo”, allora questa è considerabile una minaccia alla propria incolumità ed è improbabile che rispondendo a tono veniamo incriminati. Ma ci devono ovviamente essere dei testimoni.
Da non sottovalutare nemmeno il rischio che si corre alzando i toni e lasciandosi scappare qualche parola contro gli agenti delle forze dell’ordine: in questo caso le violazioni sono più gravi ed è lo stesso agente a denunciarvi, o addirittura a mettervi in stato di fermo, senza passare dal tribunale.