Tuning, tutti i pezzi che monti devono avere queste caratteristiche in comune I Altrimenti preparati a pagare 422€ di multa
Il tuning delle auto è una pratica molto in voga in nord Europa, Europa dell’est e anche in America. Ma perché in Italia non è così diffuso? Eppure ci sono un sacco di appassionati. Il motivo è presto detto e semplice. E ve lo spiegheremo in questo articolo.
Questa pratica è in sostanza la modifica di un veicolo per ottimizzarlo in funzione di prestazioni diverse da quelle per cui è stato originariamente progettato. I più comuni sono l’aumento della potenza del motore e le caratteristiche di maneggevolezza più dinamiche, ma i veicoli possono essere modificati anche per ridurre il consumo di carburante o per essere più reattivi. L’obiettivo del tuning è migliorare le prestazioni complessive di un veicolo per soddisfare le esigenze dell’utente. Spesso il tuning va a scapito delle prestazioni in termini di emissioni, affidabilità dei componenti e comfort degli occupanti.
Con la proliferazione delle auto modificate, il termine “tuning” è diventato un termine generico per indicare le modifiche estetiche e stilistiche che i proprietari apportano ai loro veicoli per personalizzarli. Queste modifiche possono variare da quelle funzionali che migliorano le prestazioni o la funzionalità del veicolo a quelle visive che ne alterano l’estetica e, nel caso di alcune modifiche, possono talvolta influire sulle prestazioni o sulla funzionalità del veicolo.
Grazie alla loro leggerezza e alla crescente disponibilità di attrezzature per la messa a punto a basso costo, le auto piccole e compatte messe a punto offrono prestazioni elevate a basso costo rispetto alle auto sportive specializzate. L’uso di questi veicoli per scopi ricreativi si è sviluppato parallelamente alla crescita delle corse e degli sport professionali. Molti piloti hanno modificato i loro veicoli per imitare le versioni delle auto da corsa.
Questa panoramica sul mondo del tuning ci permette di comprendere come mai questa amata pratica sia molto diffusa un po’ in tutto il mondo ormai, ma non in Italia e la ragione è molto semplice. In Italia le norme del Codice della Strada sono talmente stringenti che di fatto tolgono ogni possibilità di esistere al tuning. Basta infatti una marmitta modificata non omologata, o un cerchione troppo grande e non previsto dalla carta di circolazione, per passare i guai se fermati a un controllo.
Tuning in Italia: cosa è possibile fare e cosa si rischia in caso di contravvenzione
In Italia, ogni modifica alle prestazioni del veicolo deve essere omologata. Questo significa che deve essere approvata da un centro di revisione interno della Motorizzazione Civile. Per fare un esempio, riguardo alle marmitte è consentita la sostituzione del solo terminale di scarico e non di tutta l’unità. L’aumento di prestazioni dell’auto non può infatti essere deciso a discrezione, visto che alcuni terminali riescono a far aumentare la potenza totale anche di 3-5 cavalli.
Una volta ottenuta l’omologazione CE da un’officina autorizzata, le modifiche possono essere installate. Attenzione anche alle modifiche estetiche perché anche quelle sono molto limitate, e soprattutto danno nell’occhio ai fini degli eventuali controlli. Alettoni, minigonne, fanali e cerchioni devono rientrare in una precisa soglia di tolleranza per le modifiche (ad esempio le minigonne devono avere una sporgenza massima). I cerchi più grandi, per poter essere installati, devono essere contemplati nella carta di circolazione. Per fare un esempio, non si possono installare cerchi da 20″ in auto il cui libretto indica al massimo cerchi da 18″.
Anche per la carrozzeria esistono norme severe: un’auto non deve ricevere spoiler e paraurti per diventare un’auto da corsa o simili. Bisogna prestare attenzione anche all’assale, che non deve essere alterato rispetto alle condizioni originali del costruttore: L’auto può essere abbassata solo di 15 mm, non di più. I vetri oscurati sono vietati dalla legge, ad eccezione dei vetri posteriori e laterali. Chi viene sorpreso con modifiche non autorizzata all’auto rischia una multa di ben 422 € e il sequestro della carta di circolazione. Ecco perché nessuno si dedica al tuning nel nostro paese, quanto meno non per circolare con l’auto nelle strade pubbliche.