Lo sapevi che se acquisti troppa benzina al distributore è un problema serio? I Multa da 162€ e rischi anche il sequestro del mezzo
Ci sono regole da rispettare anche a proposito del trasporto massimo di benzina in auto: ecco cosa può succedere in caso di controllo
La benzina è un bene di prima necessità e qualche volta può esservi venuto in mente: perché non fare scorta? I motivi sono tanti, partendo da tutti gli allarmi relativi alle chiusure delle pompe di benzina, che continuano a spaventare molti cittadini, dal divieto di uscire di casa (vedi periodo Covid, sembrava impossibile e invece…) fino agli scioperi comunicati in anticipo.
Ebbene, anche per il trasporto di carburante ci sono regole da seguire. Un conto è trasportare o conservare una piccola tanica, custodita magari in garage o nel portabagagli, sempre utile nei casi di emergenza. Un altro conto è fare i conti con le normative. Queste sono disciplinate dall‘articolo 168 del Codice della Strada (“Trasporto materiali pericolosi” è appunto il titolo di riferimento).
Innanzitutto per rispettare le norme di sicurezza le taniche (obbligatoriamente in plastica specifica per il trasporto dei carburanti o metallo) devono presentare una data di fabbricazione ed un codice di omologazione.
Il tappo, poi, deve essere accompagnato da una retina antifiamma ed è opportuno che la tanica sia accompagnata da un beccuccio per il travaso del liquido. Infine, deve essere presente un sistema di blocco della chiusura.
Quanto carburante può essere trasportato a bordo?
La domanda centrale riguarda però il quantitativo di carburante consentito. La legge introdotta in Italia a seguito di un “Accordo Europeo” sul trasporto di merci pericolose via terra risale al 1962, con aggiornamento del 2015. E dice esattamente che a bordo sono consentiti fino ad un massimo di 60 litri di benzina.
Naturalmente per le violazioni sono previste alcune multe e sanzioni. Bisogna però distinguere tra le violazioni riguardanti la quantità eccedente, rispetto al consentito, e quelle di natura fiscale. Primo caso: la multa per aver infranto l’articolo 168 del Cds può arrivare fino a 162 euro.
Nel secondo caso occorre ricostruire dove è stato acquistato il carburante: se all’interno del territorio nazionale non ci saranno sanzioni relative a violazioni di natura fiscale. Se invece si arriva ad un controllo alla frontiera italiana direttamente dall’estero, c’è il rischio di essere accusati di detenzione per scopi commerciali a causa del mancato pagamento delle accise.
Queste ultime non sono infatti veri e propri dazi ma quando si riferiscono a merci importate sono a tutti gli effetti definite “oneri doganali”: devono quindi essere riscosse immediatamente dagli uffici doganali.