Codice della strada, ti arriva la multa anche se ‘non ti beccano’: mazzate pesanti se commetti questa ingenuità
Ci sono delle condotte incompatibili con la guida, tutti ne sono coscienti eppure a volte è irrefrenabile la tentazione di trasgredire le regole del Codice della Strada. Male, perché le conseguenze a volte possono essere gravissime, visto che bisogna sempre pensare che quando abbiamo il volante tra le mani è come se avessimo un’arma mortale.
Quando si guida bisogna sempre essere concentrati al massimo sulla strada, in condizioni psicofisiche eccellenti e con entrambe le mani sul volante. Troppo spesso la mancata ottemperanza di questa regole ha causato centinaia di tragiche morti sulle strade. Colpi di sonno, patologie psichiche o abuso di farmaci, per non parlare della guida in stato di ebbrezza o sotto effetto di droghe è ancora causa di incidenti mortali che hanno distrutto la vita di intere famiglie.
Nel tempo si sono fatti molti progressi in tal senso. Oltre all’inasprimento delle sanzioni, anche le auto hanno adottato sistemi che aiutino il conducente a mantenere la soglia di vigilanza, come comandi dell’autoradio e di altri strumenti al volante, bluetooth integrato e integrazione con Android e iOS, tutti sistemi pensati per permettere al guidatore di non distrarsi dal volante e dallo sguardo sulla strada.
Ma da quando gli smartphone, i social e le app di messaggistica istantanea hanno letteralmente rivoluzionato il nostro modo di comunicare, anche questi sistemi si sono rivelati inefficaci e purtroppo la triste realtà è che un sacco di automobilisti guidano con lo smartphone in mano per fare storie o per mandare messaggi vocali.
“Vogliamo che l’uso del cellulare diventi un’aggravante per chi commette omicidi stradali”. Queste sono state le chiare parole, in merito al fenomeno, da parte di Valentina Borgogni, presidente dell’Associazione Gabriele Borgogni Onlus, che ancora oggi cerca di guidare la lotta all’omicidio stradale. Il figlio, Gabriele Borgogni, è morto il 4 dicembre 2004, all’età di 19 anni, travolto da un automobilista di 55 anni passato col rosso in stato di ebbrezza.
Oltre all’incoscienza alla guida, la stupidità: quando i social diventano una condanna
“Negli ultimi otto anni ci sono stati 20.000 feriti e 97 morti in incidenti stradali per l’uso improprio di cellulari e smartphone alla guida”, aggiunge il sindaco di Firenze Dario Nardella, “un numero terribile che ci porta a dire basta”. Ed è per questo che si vuole inserire l’uso improprio di dispositivi elettronici come aggravante dell’omicidio stradale.
Quante volte vediamo i nostri amici sui social che postano storie mentre guidano, il più classico è un video che riprende il cruscotto (con il tachimetro spesso a folli velocità) e la strada di fronte a loro. Ebbene, prima di tutto è una grave violazione del CdS che porta conseguenze gravi come una multa da 161 a 764 € con aggravanti in caso di incidente. Ma in pochi sono coscienti che pubblicare un video simile sui social o su YouTube equivale a un’autodenuncia. Se preso in esame dalle forze dell’ordine, infatti, è un filmato che vale come prova inequivocabile della violazione.
Ci sono diversi casi in cui le celebrità sono finite nei guai per questo gesto. Da tempo Striscia ad esempio consegna Tapiri d’Oro alle celebrità alla guida col cellulare in mano, con casi eclatanti a Belen e diversi calciatori, e il più recente è stato Raúl Asencio, un calciatore spagnolo che si è scattato un selfie mentre guidava un’Audi alla folle velocità di 160 km/h…mentre in mano aveva, oltre al cellulare, anche un caffè. Incredibile ma vero, ma soprattutto una fortuna che non abbia causato incidenti. Questa “bravata” però non è passata inosservata e gli è costata cara: una multa e l’espulsione dall’Alcorcón, la squadra in cui militava all’epoca del fattaccio