Non comprare mai questa macchina: è quella che si rompe più facilmente | Se la hai già vendila subito
Quando si tratta della scelta dell’auto, solitamente si prendono in esame fattori come rapporto qualità-prezzo, incentivi, linea, motorizzazione, consumi e segmento di appartenenza. Questi sono i fattori certamente trainanti, ma in pochi vanno a considerare i costi di gestione che vadano al di fuori della solita assicurazione RC o del bollo. In pochi mettono in preventivo le spese straordinarie, sbagliando.
Oltre a queste spese che certamente sono necessarie e vanno considerate nella gestione post acquisto, ci possono essere spese previste o impreviste per quanto riguarda la manutenzione, i tagliandi, ma anche le spese straordinarie non prevedibili, derivanti da malfunzionamenti di alcuni componenti che possono verificarsi in qualsiasi momento.
Ora la brutta notizia. Gran parte di questi problemi emergono dopo anni che si acquista una vettura, e certamente dopo diversi chilometri percorsi. Questo perché i produttori di auto testano rigorosamente le loro vetture prima della messa in produzione, ma certamente non per diversi anni. I test solitamente si svolgono a chilometraggio in ambiente controllato e in breve tempo. Le auto vengono lasciate accelerare, frenare e sterzare su nastri trasportatori e postazioni di collaudo, ma l’usura del tempo non viene messa certamente in conto.
Specialmente con l’elettronica che ormai la fa da padrone nelle auto odierne, questo è un problema serio perché le schede elettroniche si deteriorano col tempo, non c’è molto da fare. I condensatori tendono a gonfiarsi e i chip di memoria possono guastarsi. L’elettronica subisce un degrado nel tempo molto più veloce della meccanica nell’auto. Ne viene fuori che alcuni problemi si riscontrano solo a distanza di anni, e sono totalmente ignoti per modelli di auto di nuova produzione. A volte i produttori eseguono dei richiami in garanzia, ma non è sempre così e sono i consumatori a pagarne spesso le spese.
Da questo punto di vista, le indagini di enti indipendenti che fanno ricerche sui modelli di auto più difettosi e sfortunati e quelli più virtuosi sono una manna. Una recente indagine dall’ente di revisione TÜV Sud ha stilato la classifica dei peggiori modelli del 2021. Vediamola di seguito.
Le auto peggiori da comprare: avrai solo tanti guai
Tra le auto con meno di tre anni di vita, la Dacia Duster è in testa alla classifica nera: su 100 auto esaminate, ben l’11,1% presenta dei difetti. Al penultimo posto c’è la Dacia Lodgy con il 10,9%, davanti alla Fiat Punto con il 10,5%. Tra le auto sottoposte alla seconda revisione, la Volkswagen Sharan ha registrato il maggior numero di difetti con 20,3 su 100 auto, a cui segue una sua collega di casa madre, la Volkswagen Passat CC con il 19,8%. Continuando troviamo la la Dacia Logan con il 19,2%. La Logan fa anche peggio alla terza revisione (quindi dopo 7 anni dall’acquisto), dove emerge che 30,9% delle Logan presentano difetti. E la percentuale peggiora ancora alle revisioni successive, salendo al 34% alla quarta e addirittura al 36,2 % alla quinta, dove però cede il primato alla Renault Kangoo, che è l’auto più difettosa con 11 anni o più di vita.
Per quanto riguarda la natura dei guasti più comuni, nella prima revisione il problema più diffuso riguarda i fari, oscurati o non correttamente funzionanti. Il problema dei fari anteriori va crescendo dopo le revisioni successive, mentre alla terza revisione subentrano anche problemi all’illuminazione posteriore, con il 4,1%, davanti ai difetti riscontrati in 3,2 veicoli su 100. Dopo la quarta ispezione, il 5,5 per cento dei veicoli è stato sottoposto a manutenzione.
Per quanto riguarda invece le auto meno problematiche, quindi all’estremo opposto, lo studio indica che nei primi tre anni dopo l’acquisto l’auto più affidabile è stata la Mercedes GLC, seguita dalla collega Classe-B, mentre la Porsche 911 e l’Audi TT si prendono la cima della classifica delle vetture più affidabili nelle revisioni successive.