A partire dal maggio 2006 i veicoli di nuova immatricolazione devono essere dotati di uno strumento digitale per raccogliere i dati dei percorsi effettuati. Occhio a non fare i furbi…
I mezzi pesanti, e non solo, sono soggetti a controlli regolari e coordinati in conformità con l’articolo cinque della Direttiva CE 2006/22. Questi si riferiscono al corretto comportamento degli autisti su strada (velocità, riposi, chilometri percorsi), nonché al corretto rispetto delle norme da parte delle aziende. Secondo dati recenti di ROADPOL (European Road Policing Network) su 210.365 camion controllati sono state riscontrate 63.567 violazioni e in 221 occasioni è stato necessario vietare il proseguimento del viaggio fino al ripristino delle condizioni adeguate dei veicoli o del carico.
Una panoramica che ci porta subito a riflettere. La maggior parte delle infrazioni è stata riscontrata nelle casistiche che riguardano eccesso di velocità, infrazioni di natura tecnica, mancato rispetto della normativa sui tempi di guida e di riposo e soprattutto manomissione delle impostazioni del cronotachigrafo. Ma cos’è, esattamente? Si tratta di un sistema elettronico installato sui veicoli commerciali (camion, pullman e autocarri) che registra i tempi di guida e riposo dei conducenti e traccia dati al dettaglio relativi a velocità e distanze percorse allo scopo di migliorare le condizioni di lavoro, la sicurezza stradale e una concorrenza più equa.
Tra le violazioni alle quali facevano prima riferimento ben 7.119 conducenti di camion risultano aver violato le norme europee sulle ore di guida (in sostanza hanno guidato più a lungo di quanto consentito dalla legge, senza pause obbligatorie), mentre in 5520 occasioni i cronotachigrafi non sono stati gestiti correttamente e risultano essere stati manipolati per ben 537 volte. Le conseguenze sono gravissime: per il conducente, per gli altri utenti della strada (che rischiano di trovare sul loro cammino un’autista stanco, con poche ore di sonno o di pausa all’attivo) e per l’ambiente esterno. E qui subentra anche il discorso di violazioni, multe e addirittura accuse penali che possono derivare dalla manomissione del cronotachigrafo.
Il Codice della Strada (tramite l’articolo 179) prevede sanzioni amministrative pecuniarie molto importanti oltre alla decurtazione di punti sulla patente di guida. Inoltre, sono anche spesso previste sanzioni accessorie. Con il cronotachigrafo disattivato, manomesso e senza fogli di registrazione la multa può arrivare anche a 4500 euro nei casi più gravi, dove scatta anche il ritiro o la revoca della patente. Ci sono poi le singole sanzioni: per cronotachigrafo non omologato, non funzionante o mancata registrazione dei dati del conducente la multa è di 868 euro, per alterazioni o manomissioni si aggira invece sui 1736 euro.
Sono sanzioni minori con un importo di 52 euro si applicano invece nei seguenti casi: stampante munita di carta insufficiente per la stampa dei dati di controllo, omesso inserimento nell’apparecchio del simbolo del Paese di inizio (e/o di fine) lavoro, omessa registrazione manuale dell’attività svolta quando la carta non era nel tachigrafo, utilizzo errato del selettore delle attività; orario errato di oltre 20 minuti, mancanza o illeggibilità della targhetta di omologazione o della targhetta di montaggio.
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