Posto di blocco, oggi ti controllano anche questo: stanno multando tutti | Corri subito ai ripari

Posto di blocco, oggi ti controllano anche questo: stanno multando tutti | Corri subito ai ripari

GDF alt palettaQuando ci fermano le forze dell’ordine per un controllo a un posto di blocco o a un posto di controllo, possono anzi devono, controllare ogni documento dell’automobilista e del veicolo per verificare che tutto sia a norma e in corso di validità. Patenti scadute, revisione non eseguita o non rinnovata, e polizza di assicurazione sono i primi documenti che controllano gli agenti, ma talvolta i controlli possono spingersi anche più a fondo.

Nel caso di trasporti speciali, veicoli adibiti al trasporto di disabili o altre circostanze (ad esempio guida senza cinture per prescrizione medica), gli agenti possono richiedere di visionare la documentazione specifica. In ogni caso, gli agenti di Polizia o Carabinieri non eseguiranno quasi mai controlli fiscali sul veicolo e sul suo proprietario, a meno che non ricevano una direttiva specifica dal comando o dalla prefettura, o a meno che il posto controllo non sia effettuato direttamente dagli agenti delle Fiamme Gialle.

La Guardia di Finanza si occupa proprio di questioni finanziare e fiscali, quindi ha un sistema di procedure diverso e può in qualsiasi momento accedere alla situazione fiscale del soggetto fermato.

Ne consegue che un’auto esageratamente di lusso, se trovata in mano a un conducente che, affermando di esserne proprietario, non ha una situazione finanziaria tale da potersela permettere, può portare all’avvio di indagini più approfondite.

Onestamente, questo tipo di controllo non è solo per auto di lusso (che rientrano nei veicoli che devono pagare il super bollo) o auto storiche, è per tutte le categorie di veicoli. Ad esempio, una persona che guadagna poco o non lavora può essere soggetta al fisco per il possesso di un’auto del valore di 20.000 euro.

Attenzione ai controlli fiscali se il posto di blocco lo fa la GdF

Il controllo può essere eseguito con due metodologie. La prima è a carico dell’Agenzia delle Entrate stessa e prevede che i contribuenti presentino la dichiarazione dell’autoveicolo presso l’Agenzia delle Entrate competente per territorio. La domanda è presentata quando vi è un divario del 20% o più tra il reddito dichiarato e l’effettivo tenore di vita del cittadino.

Questi ultimi devono dire dove hanno trovato i soldi non solo per l’acquisto dell’auto, ma anche per la sua manutenzione (bollo, assicurazione, benzina, tagliando, tutte cose costose, specialmente per auto di lusso). Se la spiegazione non dovesse convincere il fisco, inizieranno a essere consegnati i documenti di valutazione che determineranno il valore dell’auto e determineranno il reddito non dichiarato.

Il passo successivo riguarda le sanzioni. Un altro modo in cui viene attivato il controllo del timone dell’auto è a campione. È qui che entra in gioco la Guardia di Finanza. Infatti, ci sono stati casi in cui i conducenti sono “inciampati” in posti di blocco o posti di blocco dove le fiamme gialle controllano il territorio e fermano con l’Alt con paletta veicoli sospetti o particolarmente vistosi.

Se in base alle verifiche successive. dovesse emergere che il proprietario della macchina non è in grado di permettersi l’auto in base al reddito dichiarato al Fisco, inizieranno i guai.

Le auto automaticamente soggette a controllo fiscale sono i bolidi ad alta cilindrata che pagano super bollo, le auto storiche e quelle d’epoca e da collezione.