Divieto dell’ultim’ora, la tua auto (forse) non può più circolare: mai vista una legge del genere | Italiani rovinati
La circolazione delle auto, di varia tipologia, categoria, tipo di motore ed eventuali dotazioni tecniche e di sicurezza, sappiamo bene che è variabile nel tempo e può essere modificata da eventuali leggi che possono essere discusse e poi approvate in Parlamento. E così, da un giorno all’altro potreste ritrovarvi a non potere più utilizzare i vostri veicoli, o almeno non come avevate fatto fino adesso.
Ed è proprio quanto sta per accadere in Italia. Niente di preoccupante però, almeno si spera. Non si tratta di non poter andare più al lavoro o accompagnare i figli coi vostri veicoli, e neppure di non poter circolare in centro. Si tratta bensì di qualcosa di diverso che però affligge determinate categorie di veicoli e di appassionati.
La guida fuoristrada, sportiva e non, con moto enduro, quad e classici 4×4 da sterrato, potrebbe avere le ore contate per tutti gli appassionati, almeno stando al decreto pubblicato recentemente in Gazzetta Ufficiale.
Il primo dicembre 2021 è stato infatti pubblicato in Gazzetta Ufficiale un decreto, datato 28 ottobre 2021, firmato dal Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, del Ministro della Cultura Dario Franceschini e dal Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, che definisce all’atto pratico va a cambiare la regolamentazione dei “criteri minimi nazionali di regolamentazione delle risorse forestali e silvio-pastorali“.
Cosa significa questo in termini pratici? Che la viabilità fuoristrada è concessa dal decreto solo all’attività di manutenzione, ripristino, controllo del territorio e unicamente ad autocarri, autotreni, trattori, rimorchi, macchine operatrici. Queste restrizioni tagliano di fatto fuori completamente l’attività ludica e ricreativa.
Il decreto, infatti, cambia la caratterizzazione delle vie forestali a percorsi soggetti al codice della strada, mentre prima teoricamente si poteva guidare in queste aree con veicoli non a norma stradale. Quindi senza targa, assicurazione o revisione ministeriale. Viene in pratica applicato un richiamo al decreto legislativo n° 34 del 3 aprile 2018 che specifica che la viabilità forestale è “inibita al traffico ordinario”.
Passa la legge ma non tutto è perduto
Poiché si era creata parecchia confusione riguardo ai numerosi punti toccati sul decreto che andavano di fatto a regolamentare in modo diverso tutte le aree forestali e rurali uniformandole alle strade pubbliche, e poiché si parlava di veicoli agricoli, per la manutenzione e simili, ma non si toccava minimamente l’argomento della pratica sportiva dell’off-road e di tutti gli universi che gravitano attorno a queste aree, per esempio l’off-road, poche ore dopo l’entrata in vigore del decreto, è arrivata una nota del Ministero delle Politiche Agricole che precisa alcuni punti del provvedimento.
“Il decreto 28 ottobre 2021, pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’1 dicembre 2021, contiene esclusivamente le linee guida per le Regioni allo scopo, pienamente condiviso dalle Regioni in sede di Conferenza Stato Regioni e dai Ministeri concertanti (MIC e MITE), di uniformare a livello nazionale le norme riferite alle modalità di costruzione della viabilità forestale, che già esistono nelle singole legislazioni regionali, e dare dunque uniformità alla eterogenea nomenclatura adottata.
È opportuno rammentare che la competenza primaria in materia è delle Regioni, e ogni regione e provincia autonoma ha già una sua legge regionale che disciplina gli aspetti strettamente tecnici e la fruibilità di tali viabilità. […]
Il decreto nulla innova in merito al transito autorizzato sulla viabilità forestale, fermo restando che, come espressamente previsto dal decreto stesso, le strade e le piste forestali non sottostanno ai criteri di sicurezza previsti per la viabilità ordinaria, poiché si tratta di viabilità esclusa dal Codice della strada. Il decreto ricorda inoltre che è compito delle Regioni disciplinare le modalità di utilizzo, gestione e fruizione della viabilità forestale ‘tenendo conto delle necessità correlate all’attività di gestione silvo-pastorale e alla tutela ambientale e paesaggistica’. Ed è sempre compito delle Regioni valutare gli effetti della fruizione pedonale, cicloturistica o con mezzi motorizzati diversi da quelli forestali sui tracciati, i cui effetti su fondi non asfaltati hanno impatti ben diversi tra loro. Tali effetti essere valutati con la massima attenzione alle singole realtà territoriali“.
In pratica, quindi, si è fatto tanto rumore per nulla, perché saranno le regioni a valutare come e dove applicare eventuali divieti e concessioni. Un po’ come succede con l’obbligo dei pneumatici invernali, che per esempio sono obbligatori ovunque in alcune regioni italiane, e in altre sono completamente opzionali salvo alcuni tratti ristretti (esempio Sicilia e Sardegna).
Insomma, almeno per stavolta, il mondo del fuoristrada sportivo sembra salvo.