Revisione auto, non farla mia più qui: rischi di perdere la tua auto
La revisione ministeriale dei veicoli è stata introdotta da diversi anni ormai per garantire la sicurezza dei mezzi sulle strade. Sulla carta è una cosa che dovrebbe funzionare, ma questo se tutti gli organi preposti agissero come da protocollo. Purtroppo non sempre è così.
La revisione è una pratica ormai imprescindibile quando si possiede un veicolo, quanto meno se questo deve circolare nelle strade pubbliche. Non è infatti una pratica obbligatoria: se l’auto sta ferma all’interno di una proprietà o di un garage, non è necessario revisionare il veicolo ogni due anni. Diversamente, la revisione va fatta sempre entro il biennio, oppure entro il quarto anno di età di un veicolo nuovo.
Da quando i centri di revisione privati sono stati autorizzati per alleggerire gli uffici della motorizzazione, è emerso che non sempre le cose andavano fatte come da manuale. Poiché un veicolo malmesso non può passare la revisione, per un’officina che esegue tale pratica, una revisione che non passa significa un mancato guadagno, a meno che il proprietario del veicolo non eseguisse prima tutte le riparazioni e modifiche necessarie per mettere in sicurezza il veicolo.
Inutile dire che non tutti gli automobilisti sono propensi a tali spese, e pur non dovendolo fare, da diverse indagini delle forze dell’ordine è emerso che alcuni centri autorizzati sorvolavano su alcune inefficienze dei mezzi con la promessa a voce che l’automobilista sistemasse il problema al più presto. Questo perché quando un veicolo viene fermato per un controllo ed emergono incongruenze con la revisione, la prima cosa che faranno gli agenti è andare da quell’officina. Ecco perché al giorno d’oggi tutte le officine private che eseguono revisioni hanno dei circuiti di videosorveglianza visionabili dalla motorizzazione.
La truffa direttamente alla Motorizzazione
Che qualche centro autorizzato agisca furbamente per intascare i soldi di qualche pratica in più senza fare le revisioni in modo estremamente professionali è da condannare ma ha un peso, e sicuramente non è una cosa che fa più notizia ormai in Italia. Ma che lo faccia direttamente un centro della Motorizzazione deputato alle revisioni ha tutt’altro peso specifico.
Questo è quanto è venuto fuori a Como, dove un albanese di 23 anni era riuscito a passare la revisione alla Motorizzazione con una Audi A5 palesemente modificata. Nello specifico, il passo era stato allungato e l’assetto era talmente ribassato da impedire all’auto di salire sul ponte per sollevare l’auto.
Incredibilmente, l’auto pare aver passato per ben due volte la revisione, ma a un controllo, i Carabinieri hanno deciso di fare luce sulla faccenda, denunciando il proprietario dell’auto e anche i funzionari dell’ufficio pubblico per falso in atto pubblico. I carabinieri, fermando una seconda volta la vettura, sono giunti alla conclusione che la revisione era stata fatta in modo parziale, rapido e superficiale, omettendo la verifica dell’impianto di scarico (che era stato pure modificato) e delle sospensioni sul carroponte. Ovviamente, il veicolo non avrebbe passato le prove fonometriche, che quindi non sono state eseguite. Mentre sul certificato era indicato un “esito regolare”.