Multa dall’autovelox, finalmente gli possiamo dire addio: corri a chiedere il risarcimento | Non è più legale
Mai presa una multa per eccesso di velocità? Se sì capirete bene che è meglio correre ai ripari. Innanzitutto con una condotta adeguata, ma vi sono poi delle altre novità.
Vi sono casi in cui la multa per eccesso di velocità è da considerarsi inappropriata, e quindi si può chiedere il risarcimento. Vediamo in quali termini, con un’analisi completa della questione.
Una multa per eccesso di velocità è sempre da evitare per via preventiva, ossia con una condotta veramente adeguata ed esemplare. La scrupolosità alla guida non è mai poca, e, a questo proposito, possiamo affermare di come dovrebbe essere esattamente quest’ultima a caratterizzare il comportamento dell’automobilista, in ogni circostanza. Fatto ciò presente, per l’ennesima volta (ma non sarà mai abbastanza), provvediamo col comunicare che si può dire addio alle multe, anche qualora se ne sia ricevuta una.
Già, ma come? Procediamo per gradi. La multa di velocità viene comminata con l’ausilio degli adeguati dispositivi elettronici, ossia gli autovelox. E’ risaputo, almeno dai più, che ogni stazione di rilevamento velocità, da questi ultimi composta, dovrebbe essere opportunamente segnalata, e a tal proposito c’è una cartellonistica stradale dedicata. La segnaletica si applica sia prima delle stazioni fisse di autovelox, sia prima di un posto di blocco appositamente dedicato.
Qualora infatti vi sia una mancanza nella segnalazione su strada, con un cartello fisso o mobile, a seconda della modalità di rilevazione della velocità, la multa è per legge da considerarsi non valida.
La ratio sta nel fatto che, le postazioni, o gli stazionamenti mobili all’uopo tenuti dalle forze dell’ordine, hanno una funzione, sempre attribuita dalla legge, prevalentemente di natura preventiva e non punitiva o coercitiva. Sempre in ambito di eventuali annullamenti, possono però ricorrere altresì degli altri casi, e sempre relativi alla modalità con cui l’infrazione viene riscontrata.
L’ulteriore caso di annullamento
Cosa ci dice al riguardo la Corte di Cassazione? Stando all’enunciato della Suprema Corte, nell’Ordinanza 4002 dell’8 febbraio, il cartello di segnalazione dell’operazione in questione, non è più sufficiente a garantire la validità dell’operazione stessa. Dunque, a conti fatti, anche l’autovelox dovrebbe essere visibile, e non importa che la sua “possibile presenza” sia opportunamente segnalata da un cartello in evidenza.
Questo perché, molto spesso, gli apparecchi sono montati sulle cosiddette “auto civetta“, all’interno, in modo tale che non ci si renda conto, per gli automobilisti che transitano in quel punto, della relativa presenza. In altri casi possono comunque essere in buona parte nascosti, o per una certa parte.
Se ne deduce che l’apparecchio rilevatore dovrebbe sempre essere messo al di fuori dell’auto, in una posizione tale che l’automobilista possa vederlo. Pare che l’ordinanza emanata abbia spianato la strada per molteplici ricorsi da parte di automobilisti multati.