Auto elettriche, il loro destino è segnato: potremmo non vederle più
L’auto elettrica è stata vista, fino a questo periodo come il futuro, per la mobilità. E se, d’ora in poi, non fosse più così? Quale sarebbe il futuro per la figura dell’auto. Quali i modelli che guideremo? Con gli ultimi avvenimenti, in particolare, pare che il destino dell’auto elettrica sia segnato. Ma è davvero così? E se sì, quali prospettive si aprono?
Se, fino a questo momento, l’auto elettrica è stata direttamente collegata all’idea di futuro, ora la situazione appare del tutto incerta con gli ultimi avvenimenti. Facciamo un resoconto degli scenari che potrebbero aprirsi. Sicuramente, la crisi attuale, aggravata dalla guerra in Ucraina si fa sentire, e non è una situazione facilmente risolvibile.
Oltre agli sviluppi della guerra in sé, che ovviamente sono ai primi posti nelle preoccupazioni, vi è anche la crisi d’approvvigionamento delle fonti energetiche, di gas in particolare. Inoltre, e qui veniamo all’aspetto centrale, con la crisi generale di fonti energetiche, l’energia elettrica, la cui quotazione di mercato era già salita, ha visto salire ulteriormente la relativa quotazione. I prezzi attuali fanno pensare che, fare affidamento sempre più massiccio a tale forma di alimentazione energetica, comporterebbe delle spese davvero notevoli.
Oltre all’aspetto della sostenibilità, la tematica è arrivata al centro dell’attenzione per la sua economicità. Spendere in idrocarburi era più dispendioso, oltre che dannoso per l’ambiente. Ora, se si riescono a contenere gli effetti dei rincari bollette, e dunque dell’energia elettrica, una situazione generalizzata in cui le auto facciano affidamento in buona parte su un sistema di ricarica energetica, con punti di rifornimento diffusi, potrebbe rivelarsi una situazione sostenibile. E se non fosse così?
Gli ultimi sviluppi e le possibili soluzioni
Anche se gli ultimi sviluppi non sembrerebbero favorevoli, c’è da considerare di come, altresì nella situazione attuale, sia ancora conveniente ricaricare alle colonnine, se si confronta il prezzo che si spenderebbe ai rifornimenti di idrocarburi per percorrere le stesse distanze. Certo, laddove le colonnine medesime siano presenti, poiché non sono ancora molto diffuse. A parte ciò, con 40 cent. circa a KWh vi è ancora un risparmio rispetto al diesel, per fare un esempio.
Ma, se gli sviluppi futuri richiederanno ulteriori rincari, si può ipotizzare che la ricarica alle colonnine arrivi a costare circa 70 cent. a KWh, e allora la ricarica elettrica non si rivelerebbe tanto conveniente. Nell’ipotesi considerata, la distanza percorsa con un pieno di gasolio risulterebbe di poco superiore, addirittura. La soluzione potrebbe consistere, oltre agli interventi governativi e comunitari, in accordi che consentirebbero di rivendere l’energia elettrica alle colonnine a dei costi agevolati, così da favorire almeno la mobilità elettrica. Un’altra soluzione potrebbe consistere nell’iniziativa privata di un operatore dell’energia, che sia disposto ad erogare a prezzi agevolati l’energia, con un proprio sistema di erogazione della stessa, tramite le colonnine.