Guida in autostrada, ti controllano tutto così: ecco la verità
I nuovi tutor, in gergo SICve-PM, hanno letteralmente terrorizzato gli automobilisti, sia per la loro capacità di misurare la velocità senza via di scampo, che per alcune dicerie su essi, circolate in rete. Pare che fossero in grado di fare cose pazzesche, come controllare lo stato della vettura e il pagamento eventuale della tassa di possesso, ovvero il bollo auto. Ma qual è la verità?
Per introdurre l’argomento, occorre però spiegare cos’è il Tutor. Il Tutor è parte integrante della quotidianità degli automobilisti. Si tratta di un sistema innovativo per la rilevazione automatica della velocità dei veicoli e nel tempo è diventato un efficace sistema preventivo capace di ridurre l’incidentalità. Sviluppato da Autostrade per l’Italia e omologato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Tutor è stato progressivamente installato lungo tutte le tratte caratterizzate da tassi di mortalità superiori alla media fino a raggiungere un’estensione massima di circa 2.500 km di carreggiate di Autostrade per l’Italia e società controllate.
In sostanza, quindi, il Tutor consente di rilevare l’eccesso della velocità calcolata tenendo conto del tempo impiegato dagli automobilisti per viaggiare su una data tratta. Funziona in dunque sulla base di un semplice calcolo matematico per cui velocità media è uguale a spazio/tempo. Quindi non importa se in alcune sezioni voi andate molto lenti, se poi per l’80% della tratta sotto Tutor andrete oltre il limite di velocità, la matematica non vi lascerà scampo.
Se l’autovelox coglie un momento istantaneo in cui l’auto viaggia ed è facile non farsi beccare oltre i limiti di velocità, specialmente se segnalati o fissi, col Tutor le cose si fanno decisamente più complesse. Spesso, quando ci si accorge di aver viaggiato troppo a lungo oltre il limite, è ormai troppo tardi per salvare la frittata. Però non sempre si è condannati a ricevere la salata multa.
Tutor utilizzati per altre sanzioni oltre all’eccesso di velocità?
Facciamo chiarezza. Per spiegare bene il funzionamento, e quindi il modo di utilizzo, dei tutor è intervenuto il vice questore della Polizia di Stato, Stefano Ferrara. Il dirigente, all’agenzia di stampa Adnkronos ha dichiarato: “La differenza fondamentale dai tutor precedenti sta nel fatto che il sistema attuale fa un confronto di immagini. Quindi l’individuazione della targa non è il presupposto ma il risultato del procedimento. Il riconoscimento avviene su tutto il retro del veicolo in questione, tenendo conto persino dei simboli presenti. Operando l’incrocio dei dati in base alle immagini si arriva dunque allo stesso mezzo, quindi si procede all’identificazione della targa”.
“Il Tutor permette di bypassare il problema di lunga data di una targa non perfettamente identificabile, perché sporca o rovinata ad esempio ma c’è anche un latro vantaggio: il riconoscimento dei vari veicoli, come bus o tir, fa sì che la contestazione della violazione sia più precisa, visto che hanno limiti di velocità diversi”.
E sulla questione che il tutor possa essere utilizzato per altri tipi di sanzioni, Ferrara sentenzia così: “Il tutor è approvato, così come la legge richiede, solo per l’accertamento delle violazioni concernenti il superamento dei limiti di velocità. Quindi non è uno strumento che può essere utilizzato per accertare violazioni di tipo diverso”.
Insomma, si trattava di una bufala, un castello di carta costruito sulle paure più forti degli automobilisti. Il tutor però rimane uno strumento molto efficace nel riscontrare e nel prevenire l’eccesso di velocità in autostrada e bisogna fare attenzione perché è sempre più presente sulle nostre autostrade. Qui trovate dei consigli pratici per evitare di prendere una multa in loro presenza.