Precedenza all’incrocio, non puoi mai andare così: ti vengono a prendere a casa
Precedenze all’incrocio. Una delle regole base del codice della strada e una delle più rimarcate da chi ci insegna a guidare a scuola guida. Eppure ci sono sempre contenziosi in caso d’incidente. Una recente sentenza di un tribunale ha fatto discutere.
La mancanza di conoscenza del codice della strada in merito alle precedenze agli incroci o alle rotatorie è ancora oggi una delle maggiori cause di incidenti e sinistri sulle strade urbane ed extraurbane, spesso coincidenze tragiche. Specialmente in queste occasioni, è fondamentale stabilire con esattezza le responsabilità che possono essere penali nel caso di lesioni alle persone o persino il decesso dei passeggeri e conducenti delle auto coinvolte. Poi c’è una buona fetta degli automobilisti che pur conoscendo bene le regole, decidono in piena coscienza di non rispettarle, vuoi per la fretta, vuoi per la mancanza di pazienza e senso civico, ma anche per distrazione (ad esempio guidando col cellulare in mano). Ma cosa dice la legge in merito?
Nei casi in cui sia evidente chi non ha rispettato le precedenze allora la risoluzione della pratica è semplice e basta fare la constatazione amichevole. Ma cosa accade se entrambi i conducenti sostengono di avere ragione e aver subito l’incidente invece di averlo provocato o aver contribuito in parte (concorso di colpa).
in questo caso solitamente entrambi i possessori dei veicoli ricorreranno alle loro rispettive società di assicurazioni, che assegneranno la pratica e le indagini a uno dei loro periti, e nel caso fosse impossibile accordarsi facilmente, si ricorrerà al tribunale civile, e un giudice di pace si occuperà del caso.
Incidente all’incrocio: cosa dice la legge?
Secondo il Codice civile, nel caso di impatto tra due veicoli «si presume, fino a prova contraria, che ciascuno dei conducenti abbia concorso ugualmente a produrre il danno subito dai singoli veicoli». In gergo questo è la «presunzione di concorso di colpa» In sostanza, se nessuno riesce a dimostrare il contrario, la responsabilità del sinistro è in capo a entrambi gli automobilisti. Il problema, appunto, è provare il contrario, cioè dimostrare chi ha torto. Altrimenti, ciascuna delle compagnie di assicurazioni dovrà rimborsare all’altro il 50% del danno, indipendentemente dalla sua entità.
Nella stragrande maggioranza dei casi, l’incidente all’incrocio accade perché uno dei due veicoli non rispetta la regola della precedenza. La segnaletica deve essere sempre presente, sia orizzontale che verticale, così come i segnali di stop. Ma a prescindere, ci sono delle regole universali che valgono anche se la segnaletica dovesse essere assente per vari motivi.
La precedenza a un incrocio può essere di due tipologie:
- precedenza di diritto: ha diritto a transitare per primo chi viene da destra;
- precedenza di fatto, ovvero chi viene da sinistra e sta già attraversando l’incrocio deve passare per primo (è il caso delle rotonde, ad esempio). Chi arriva da sinistra, dunque, non deve essere costretto a fermarsi o a rallentare in mezzo all’incrocio o a compiere una manovra di emergenza: deve proseguire la marcia.
Se non si riuscisse a stabilire con certezza questi due punti, allora bisogna fare una perizia tecnica sull’impatto, andando a capire il punto d’impatto esatto delle due vetture. Lo ha ribadito più volte la Corte di Cassazione e recentemente è stato affrontato un caso simile dal Tribunale di Torre Annunziata.
Nello specifico, tale tribunale è occupato dello scontro tra un’auto e uno scooter: la macchina ha colpito in pieno la ruota posteriore della moto. Questo implica che la vettura non si era fermata allo stop e che ha investito il motociclista, che era già in fase di attraversamento dell’incrocio. Alla fine questo era un caso semplice e non è chiaro il motivo per cui si è finiti per andare in causa, ma ci sono sicuramente casi molto più complessi, con impatti più difficili da stabilir e altre variabili nell’equazione.
La risoluzione del caso ha visto il 100% della responsabilità del sinistro all’automobilista, e viene esclusa nei confronti del motociclista la presunzione di concorso di colpa.