Venduta all’asta la moto di Steve McQueen, ecco a quanto

Venduta all’asta la moto di Steve McQueen, ecco a quanto

Steve McQueen: ancora all'asta la sua mitica Husqvarna 400 Cross. Ph@Manofmany

Steve McQueen Husqvarna Moto Asta
Steve McQueen: ancora all’asta la sua mitica Husqvarna 400 Cross. Ph@Manofmany
La moto del celebre e compianto attore Steve McQueen è stata venduta all’asta a una cifra astronomica. Si tratta di una Husqvarna 400 Cross.

Non è la prima volta che finisce all’asta. La moto posseduta dal prematuramente defunto attore di Hollywood è infatti passata da diversi proprietari,  e anch’essi se l’erano aggiudicata tramite delle aste.

Curiosità sulla moto di Steve McQueen

Steve McQueen amava correre sia con le moto che con le auto. La celebre Husqvuarna 400 Cross è comparsa in suoi numerosi film di successo e per questo è oggetto di culto per i suoi numerosi fan, ma solo i più facoltosi possono pensare di accaparrarsela. Come dicevamo, è uno sfizio ma anche un investimento.

Questo perché il suo valore va aumentando nel tempo, come tutti gli oggetti di culto e posseduti da celebrità. La precedente asta aveva infatti permesso al penultimo proprietario di accaparrarsela per 144.500 dollari nel 2011. Prima di allora, la moto aveva già cambiato due proprietari. Era stata messa all’asta nel 1984 per la prima volta a Las Vegas, ovvero quattro anni dopo la morte dell’attore.

Si tratta di una moto con un potente singolo cilindro ospitato da un telaio leggero, che andava in controtendenza con le moto da sterrato dell’epoca, quasi tutte bicilindriche. Il telaio era in alluminio, più leggero dell’acciaio che invece era usato regolarmente, ma aveva un segno distintivo. Una parte del serbatoio era lucidata per questioni funzionali nei punti di presa del guidatore, e  questa combinazione di colori che faceva contrasto finì per fare tendenza in tutte le moto da cross dell’epoca.

Steve McQueen: il grande successo a Hollywood

La  consacrazione a Hollywood di McQueen arrivò col kolossal La grande fuga (1963), diretto da John Sturges, in cui interpretò il ruolo dell’audace e spericolato capitano Virgil Hilts, uno dei personaggi che lo resero maggiormente celebre nel mondo del cinema. Nel 1965 il regista Norman Jewison lo scritturò per Cincinnati Kid (1965), dove McQueen interpretò il ruolo del giocatore di poker Eric Stoner, in un’intensa e carismatica interpretazione. Nel 1966, diretto da Robert Wise nel film Quelli della San Pablo, McQueen ottenne la sua prima e unica candidatura all’Oscar come miglior attore protagonista, senza riuscire a vincerlo.[2] Norman Jewison tornerà a dirigere McQueen nell’elegante Il caso Thomas Crown (1968), affiancandolo a Faye Dunaway. Nello stesso anno l’attore venne diretto da Peter Yates nel poliziesco Bullitt (1968).
Negli anni ’70, McQueen consolidò il suo successo con alcuni western e polizieschi in cui recitò da attore protagonista, e ha dimostrato la sua poliedricità, tanto da venir reclutato da tanti altri rinomati registi dell’epoca per interpretare i ruoli più variopinti, sempre da protagonista.

La malattia e la prematura morte

Nel 1979 gli venne diagnosticato un male incurabile derivante dall’esposizione all’amianto, materiale che negli anni ’60 era molto usato e di cui solo dopo si è scoperto l’effetto letale per l’uomo.  Inizialmente si pensava che McQueen fosse stato esposto alle polveri di amianto durante il suo servizio in marina, ma quasi in punto di morte si scoprì, per sua stessa ammissione, che furono le corse che lui amava tanto a causare probabilmente la malattia.

Steve McQueen garage moto
Steve McQueen in garage con la sua moto. Ph@manofmany

Infatti, nei circuiti da gara di allora si usavano spesso rivestimenti di amianto per protezione di svariate strutture deputate alle gare. L’amato attore si spense in una clinica messicana, dove ha cercato di farsi asportare le metastasi, nonostante tutti i medici americani consultati fossero contrari a questa procedura sperimentale e disperata.

Aggiudicata ad un prezzo stellare

Il prezzo è però cresciuto di volta in volta, e per l’ultima asta si è arrivati alla cifra super di 186.500 dollari. Il proprietario ha voluto mantenere (giustamente) l’anonimato.