Alcuni di voi avranno presente la pellicola del 1996 In Corsa Col Sole, per altro tratta da una storia vera, su un gruppo di studenti che aveva messo a punto una serie di auto da corsa ad energia solare. E ora pare che la Scienza abbia tutta quanta l’intenzione di creare qualcosa di simile… Ma di che cosa si tratta esattamente?
I sistemi solari sono davvero enormi rispetto agli esseri umani, ma se l’umanità si sviluppa in una società interstellare, dovremo estendere pure la nostra presenza. Ed è proprio qui che entrano in gioco i motori stellari. Che cosa sono?
Sono ipotetiche megastrutture che si basano sulle radiazioni di una stella per produrre energia o movimento. I motori stellari potrebbero- in effetti- anche aiutare ad alimentare futuri sforzi di colonizzazione spaziale, e cancellare la dipendenza da qualsiasi altra forma di energia.
Possono essere classificati come Classe A (motore propulsivo), Classe B (motore generativo) e Classe C (una combinazione di entrambi).
Ma, al di là di tutto questo, in molti di voi si chiederanno: come si sposta un sistema solare?
Cominciamo con il dire che la maggior parte della massa di un sistema solare è nella stella e che nel nostro sistema solare, il 99,8% della massa è nel sole.
Per questo motivo , tutto ciò che orbita attorno alla stella è legato gravitazionalmente ad essa e tutto ciò che serve per spostare il sistema solare è- dunque – spostare il sole!
Sì, sulla carta, sarebbe anche possibile farlo sebbene non sia- chiaramente facile, anzi! Ed è qui che scendono in campo ” i nostri” motori stellari. Ma come dovrebbero muoversi e agire per riuscirci?
Il propulsore di Shkadov è -senza alcuna ombra di dubbio- il più elementare di tutti i motori stellari, poiché utilizza un grande specchio parabolico, oppure miliardi di specchi parabolici più piccoli, che si posiziona esattamente sopra il sole.
La gravità funge da collegamento tra il sole e lo specchio e/o tra i vari specchi tenendoli ben uniti, e la radiazione solare riflessa nello specchio spinge via, man mano. il sole.
Il tallone d’ Achille principale di tale sistema? La sua debolezza! Eh sì, pensate- infatti.- che ci vorrebbero un milione di anni per raggiungere i 20 metri al secondo, e un altro miliardo di anni per raggiungere i 20 chilometri al secondo.
Inoltre- a onor del vero- il propulsore Shkadov andrebbe posizionato in modo da non oscurare il sole per tutti coloro che vivono sulla Terra!
Ma veniamo ora a parlare della sfera di Dyson. Di che cosa si tratta? Cominciamo con il dire fin da subito che non si tratta di un motore stellare che aziona un movimento , ma che è da considerarsi maggiormente una sorta di dispositivo che genera energia. Un suo possibile sviluppo potrebbe contemplare una sorta di “sciame di Dyson”, ovvero un gruppo composto da miliardi di celle fotovoltaiche in orbita intorno al sole, in grado di generare energia sufficiente ad alimentare una intera civiltà interstellare.
I motori stellari di classe C- lo ricordiamo nuovamente- integrano sistemi di propulsione come quello Shkadov con sistemi di raccolta energia come una sfera di Dyson. Un esempio pratico?
Il Caplan Thruster proposto dall’astronomo Matthew E. Caplan dell’Illinois State University. Ancora una volta ritroviamo come base è una serie di miliardi di specchi che riscaldano una specifica regione del sole, così da farle espellere materiale solare da raccogliere poi con un’astronave che poi deve convertirlo in due getti di plasma.
Il primo deve essere lanciato dietro di essa al fine di mantenere la sua orbita e il secondo dovrà essere lanciato contro la stella con il preciso obiettivo di spostarla.
Sulla carta, questo sistema sarebbe effettivamente molto più veloce e controllabile di un sistema di Classe A per spostare il sistema solare, ma ora come ora non sarebbe per nulla facile metterlo in pratica, se non in un bel film di fantascienza.
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